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La qualità dell’aria in Europa sta migliorando, ma non abbastanza: la situazione

La qualità dell'aria in Europa va migliorando ma lentamente: ecco i progetti ambientalisti dell'Ue per il 2030 e 2050

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Sappiamo che l’Unione Europea ha dei piani ben precisi per quanto riguarda l’inversione di rotta sul fronte ambientale nei propri territori. Si prevede ad esempio il raggiungimento di alcuni obiettivi intermedi entro il 2030, come la riduzione della produzione di rifiuti urbani residui. Il tutto in vista di quella visione ambientalista che prevede inquinamento zero entro il 2050. In questo scenario, quali sono le condizioni della qualità dell’aria in Europa? La situazione risulta in fase di miglioramento ma, di fatto, in maniera troppo lenta per poter rispettare le tempistiche prefissate.

Che aria si respira in Europa

Entro i confini europei la qualità dell’aria, per quanto stia migliorando, non ha ancora raggiunto livelli accettabili. Il vero ostacolo da superare è dato dal fatto che svariate nazioni non rispettano gli standard stabiliti dall’Ue. Lo evidenzia un recente documento, “Lo stato della qualità dell’aria in Europa nel 2024”. Un resoconto completo redatto dall’EEA, ovvero l’European Environment Agency.

Di fatto l’inquinamento atmosferico, ad oggi, rappresenta il rischio ambientale maggiore per la salute dei cittadini in Europa. Una problematica che comporta malattie respiratorie e malattie cardiovascolari, con chiari ed evidenti impatti sulla qualità della vita. Il documento citato presenta lo stato degli inquinanti regolamentati nell’aria tra il 2022 e il 2023, in relazione agli standard attuali per la qualità dell’aria nei paesi dell’Unione europea. Al fine di realizzare tali statistiche sono stati presi in considerazione anche quelli che sono i livelli delle linee guida dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS).

In questo stato anche una notizia positiva diventa parzialmente negativa. Nel corso del 2022 soltanto il 2% delle stazioni di monitoraggio nel vecchio continente ha registrato concentrazioni allarmanti di particolato fine. Ciò vuol dire superiori al valore limite su base annua indicato dall’Ue.

Esiste però un rovescio della medaglia: il 96% dei cittadini europei che vivono in città sono esposti a concentrazioni di particolato fine ben superiori ai livelli guida.

Quando si parla di particolato fine (PM 2,5) si fa riferimento all’inquinante atmosferico che vanta il maggior impatto negativo sulla salute delle persone. Il tutto è proveniente principalmente dai combustibili solidi che vengono sfruttati per il trasporto stradale, le attività industriali e il riscaldamento domestico.

Il progetto ambientale europeo

Il piano d’azione europeo porta il nome di Green Deal. Stabilisce una serie di iniziative cruciali che mirano ad un obiettivo comune ravvicinato da raggiungere entro il 2030. Uno degli standard è quello della riduzione delle morti premature provocate dal particolato fine di almeno il 55% rispetto al 2005. Si mira, entro il 2050, a raggiungere un risultato clamoroso: nessun impatto significativo sulla salute.

Nella prima parte del 2024 le istituzioni europee hanno trovato un accordo in merito ad una proposta per aggiornare le direttive sulla qualità dell’aria. Si mira ad avvicinare gli standard comunitari del particolato fine a quelli che sono i livelli guida dell’OMS: riduzione del valore limite da 25 µg/m³ a 10 µg/m³.

Di seguito riportiamo i dettagli della rivoluzione ambientale europea da concretizzare entro il 2050:

  • Miglioramento della qualità dell’acqua, con limitazione di rifiuti di plastica in mare del 50% e di micro plastiche nell’ambiente del 30%;
  • Miglioramento della qualità del suono, con riduzione del 50% delle perdite di nutrienti e l’utilizzo di pesticidi chimici;
  • Riduzione del 25% degli ecosistemi in cui la biodiversità è minacciata dall’inquinamento atmosferico;
  • Riduzione del 30% del numero di persone disturbate in maniera cronica dall’inquinamento acustico dato dai trasporti;
  • Riduzione del 50% della produzione di rifiuti urbani residui.

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