SCIENZA

Sono entrati in una tomba antichissima: ecco cosa sperano di trovare

Al via i primi scavi nell'antichissima tomba legata al leggendario Re Artù: questo luogo misterioso si prepara a svelarci tutti i suoi misteri.

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Fonte: 123RF

Gli archeologi dell’Università di Manchester, in Inghilterra, hanno iniziato gli scavi in una tomba antichissima, risalente a più di 5.000 anni fa. Un luogo enigmatico e misterioso che, a quanto pare, sembra esser collegato alla celeberrima leggenda di Re Artù. O almeno è quel che spera il team, che sta lavorando in collaborazione con English Heritage, un ente benefico che si occupa da anni della Arthur’s Stone, conosciuta anche come tomba dell’Herefordshire.

I primi scavi nella tomba legata alla leggenda di Re Artù

L’annuncio dell’avvio degli scavi nella tomba dell’Herefordshire, regione a est del fiume Wye tra Inghilterra e Galles, è stato pubblicato sul sito dell’Università di Manchester. Gli archeologi stanno collaborando con English Heritage innanzitutto per rimuovere l’erba cresciuta sul complesso neolitico, in modo tale da raccogliere i primi reperti e aver la possibilità di analizzarli e studiarli.

La Arthur’s Stone è una tomba a camera costruita più di 5.000 anni fa e, nonostante la scoperta dell’antico sito archeologico non sia proprio recente, soltanto adesso si è deciso di scavare a fondo alla scoperta di quello che viene considerato non solo uno dei siti preistorici più antichi del Regno Unito, ma anche uno dei luoghi più misteriosi e leggendari.

Oggi l’aspetto della tomba è ben diverso da quello originario: sono rimaste in piedi soltanto nove grandi pietre verticali, che formano la camera interna, chiuse in alto da un’enorme pietra di copertura del peso di circa 25 tonnellate. Quel che resta, poi, è un cumulo di terra e pietre e si sconoscono del tutto forma e dimensioni originali.

Gli scavi si collegano a quelli intrapresi, sempre dall’Università di Manchester in collaborazione con l’Università di Cardiff, in un altro sito non distante dalla tomba di Artù. La ricerca a suo tempo ha rivelato che la Arthur’s Stone sarebbe parte di un più grande complesso funerario e che questo cumulo di pietra, come gli altri rinvenuti a pochi chilometri di distanza, avrebbe sostituito un edificio in legno (camera dei morti) tipico dei cimiteri europei risalenti al Neolitico. Considerando che nei siti adiacenti grazie agli scavi sono riemersi resti di scheletri umani insieme a scaglie di selce, punte di freccia, ceramiche e altri manufatti, questo lavoro di ricerca potrebbe rivelare delle belle sorprese.

La Arthur’s Stone, tra storia e leggenda

Le colline dell’Herefordshire sono un luogo ricco di storia e fanno da scenario ad alcuni dei monumenti preistorici più importanti e antichi di tutto il Regno Unito. Nel corso dei secoli si è fantasticato sulle leggende legate ai grandi condottieri e Re Artù, senza dubbio, resta uno dei protagonisti più affascinanti dell’intera mitologia britannica.

Come tante di queste antiche sepolture umane, anche la tomba in questione è stata collegata in qualche modo a Re Artù e pensate che le prime storie al riguardo risalgono addirittura al 13esimo secolo. La leggenda narra che in questo luogo sacro e misterioso il mitico sovrano uccise un gigante, dopo un durissimo scontro corpo a corpo. Quando il gigante morì sotto i colpi inferti dal Re, si narra che lasciò un’impronta col suo gomito su una delle pietre, per poi esalare l’ultimo respiro.

Il progetto di scavo dell’Università di Manchester, però, ha un altro nobile scopo: avvicinare la gente del luogo alla storia e all’archeologia e provare a coinvolgerle in prima persona nelle attività degli studiosi. “La Arthur’s Stone è uno dei monumenti dell’Età della Pietra più significativi del Paese – queste le parole di Ginny Slade, Volunteer Manager presso l’English Heritage – e questo scavo offre un’opportunità davvero rara ed emozionante per il pubblico di venire a vedere l’archeologia in azione. Il nostro team di meravigliosi volontari sarà a disposizione per spiegare le ultime scoperte man mano che accadono: stiamo chiedendo alle persone di prenotare in anticipo per assicurarsi che tutti abbiano la possibilità di godere di questa grande opportunità”.

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