Un'altra incredibile scoperta è avvenuta a Pompei: è la tomba di un illustre militare
In Italia è stata scoperta una nuova tomba: appartiene ad un illustre militare spagnolo, giunto a Pompei per ritirarsi a vita privata dopo una lunga carriera.
Un altro piccolo tassello dell’immensa storia di Pompei va al suo posto, grazie ai continui scavi che fanno del parco archeologico campano uno dei siti più preziosi (e ricchi di testimonianze) al mondo. Stavolta, durante i lavori di realizzazione di un’intercapedine, sono riemersi i resti di un’antica tomba appartenente ad un illustre militare spagnolo, che a quanto pare si sarebbe ritirato a vita privata proprio nella città di Pompei – ben prima del disastro che la rase al suolo.
Nuova scoperta archeologica a Pompei
Gli scavi di Pompei portano spesso a nuove, interessanti scoperte che fanno luce sulla storia di questa antica città, sepolta dalla lava e dalle ceneri durante la violenta eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Questa volta si è trattato però di un ritrovamento casuale, avvenuto nel corso di alcuni lavori che non avevano nulla a che fare con i consueti scavi archeologici. Gli operai stavano infatti sondando il terreno per la realizzazione di un’intercapedine presso l’edificio di San Paolino, la nuova sede della biblioteca del Parco Archeologico di Pompei.
L’opera dovrà essere costruita per risanare gli ambienti sotterranei, dove c’è un elevato tasso di umidità. Gli scavi per l’intercapedine hanno toccato le due estremità di una tomba monumentale, dalla quale sono emersi molti dettagli curiosi. I responsabili del parco hanno dunque deciso di ampliare i lavori per consentire al luogo di sepoltura di riemergere in tutta la sua maestosità, e di musealizzare il monumento che, tra le altre cose, presenta un’iscrizione davvero molto peculiare, come ci rivela l’articolo pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei.
La tomba del militare spagnolo
Il nuovo ritrovamento avvenuto a Pompei riguarda una tomba “a schola”, un particolare tipo di monumento funebre a forma di semicerchio, caratterizzato da una panchina emiciclica in tufo con estremità a zampe di leone. Secondo le prime indagini, la tomba risalirebbe al periodo dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.) e apparterrebbe a Numerius Agrestinus, illustre militare e prefetto spagnolo. Dopo una lunga e brillante carriera in patria, l’uomo decise infatti di ritirarsi a vita privata e scelse Pompei come suo buen retiro.
Un’iscrizione perfettamente conservatasi rivela qualche dettaglio in più sulla sua identità: “A Numerios Agrestinus, figlio di Numerius, Equitius Pulcher, tribuno militare, prefetto degli Autrygoni, prefetto del genio militare, Duumvir per la giurisdizione per due volte, il luogo della sepoltura dato su decreto del consiglio della città”. Gli Autrygoni citati nell’epigrafe furono un popolo proveniente dalle regioni settentrionali della Spagna, dove Augusto condusse alcune importanti campagne militari per l’annessione dei territori iberici all’Impero Romano.
“Con questo ritrovamento, il sito di Pompei si conferma un luogo di primaria importanza per ampliare la nostra conoscenza e comprendere al meglio la società dell’epoca” – ha affermato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Vediamo qui emergere la rete del potere che collegava le élites dell’Impero, ai cui membri chiedeva l’impegno nelle aree di conflitto, con la promessa di ricompense economiche ma soprattutto di prestigio sociale nella comunità di residenza. Aver ricoperto ben due volte la magistratura più alta di Pompei ed essere stato onorato con un monumento funerario su suolo pubblico sono espressioni di riconoscimento e lealtà verso qualcuno che si era letteralmente battuto in prima linea per la causa dell’Impero” – ha poi spiegato Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco.