SCIENZA

La scoperta che cambia ciò che sapevamo sui primi esseri umani

Credevamo che i primi esseri umani avessero imparato a camminare eretti solo una volta scesi dagli alberi, ma un nuovo studio ribalta tutto.

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Fonte: 123RF

C’è ancora molto che dobbiamo scoprire su come si sia evoluto l’essere umano, sino ad arrivare ai nostri tempi, ma ci sono alcuni capisaldi che credevamo di poter ormai dare per certi. Come ad esempio il fatto che gli ominidi siano diventati bipedi solo una volta giunti sulla terraferma, dopo aver trascorso gran parte della loro vita sugli alberi. Ma un nuovo studio ribalta questa teoria e cambia tutto quello che abbiamo sempre saputo sui primi esseri umani.

Come si è evoluto il bipedismo negli esseri umani

Gli uomini camminano su due piedi, e questo è frutto di una lunga evoluzione che affonda le radici milioni di anni fa. Su come effettivamente i primi esseri umani abbiano iniziato a muoversi in maniera bipede non ci sono però certezze assolute, bensì solo numerose teorie. Pensavamo tuttavia che questo fenomeno fosse una diretta conseguenza di un particolare evento: la discesa degli ominidi dagli alberi e l’inizio di una vita sulla terraferma. I nostri primi antenati, infatti, hanno trascorso gran parte della loro esistenza tra le fronde spostandosi – come credevamo – a quattro zampe.

Quando, nel periodo compreso tra il tardo Miocene e il Pliocene (circa 5 milioni di anni fa), le foreste tropicali hanno cominciato a diradarsi per lasciar spazio alle ampie savane, gli ominidi si sono trovati costretti a scendere sulla terraferma per procacciarsi del cibo. E si sono adattati al nuovo ambiente aperto imparando a camminare in posizione eretta, aprendo la strada al bipedismo, ovvero quella caratteristica che oggi ci contraddistingue dagli altri primati. Tuttavia, una recente indagine sembra ribaltare completamente questa teoria: secondo il nuovo studio, gli esseri umani avrebbero iniziato a comportarsi come bipedi mentre erano ancora sugli alberi.

Il nuovo studio sui primi esseri umani

La nuova teoria sul bipedismo emerge dallo studio condotto dagli esperti dell’Università del Kent, dell’University College di Londra e della Duke University, pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista Science Advances. Nel corso delle loro ricerche, hanno trascorso ben 15 mesi ad osservare un gruppo di scimpanzé presso la Valle di Issa, nella Tanzania occidentale. Questa è una zona caratterizzata da ampie foreste e da ancora più vaste savane prive di arbusti. Gli scienziati credevano di vedere i primati camminare eretti durante i loro spostamenti sulla terraferma, ma hanno scoperto qualcosa di diverso.

“Le teorie sull’evoluzione del bipedismo sono difficili da studiare a causa delle limitate prove fossili” – ha spiegato Alexander Piel, uno degli autori dello studio – “La comunità di scimpanzé di Issa, tuttavia, ci fornisce una scimmia strettamente imparentata che vive in un habitat somigliante a quello in cui gli esseri umani si sono evoluti milioni di anni fa”. Gli esperti hanno studiato il comportamento degli animali, aspettandosi di vederli trascorrere più tempo a terra, dove avrebbero mostrato il bipedismo. Invece i primati hanno sorpreso tutti, vivendo maggiormente sugli alberi e camminando eretti su di essi.

“Ci sono chiare ragioni per cui questo è vantaggioso, come il poter raggiungere la frutta sui rami più alti” – ha aggiunto Piel. Questo cambia quindi tutto quello che credevamo di sapere sui primi ominidi: “Ci siamo evoluti per essere bipedi sugli alberi, e poi forse abbiamo catalizzato questo processo una volta che le foreste si sono ritirate e ci siamo ritrovati in habitat più aperti“.

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