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SCIENZA

Uno degli scheletri più antichi dell'umanità ha svelato nuovi (inaspettati) segreti

Il Sahelanthropus tchadensis è un nostro antico antenato e secondo alcuni paleontologi francesi potrebbe essere stato protagonista di bipedismo

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Chi siamo e da dove veniamo? Finalmente si può rispondere con qualche certezza in più a questa domanda che attanaglia qualsiasi essere vivente. Infatti, i ricercatori dell’Università francese di Poitiers hanno scoperto come uno degli antenati più rappresentativi dell’uomo fosse bipede. Ma di che tipo di antenato si sta parlando nello specifico?

Si tratta del Sahelanthropus tchadensis, una specie estinta di ominide vissuta tra i 7 e i 6 milioni di anni fa nel continente africano. Non è raro imbattersi in scheletri particolari, ma nel caso di specie non ci sono stati dubbi, le ossa in questione hanno fatto capire come lo sviluppo del bipedismo sia avvenuto molto presto nel corso della storia, prima di quanto ci si sarebbe immaginati.

Lo studio transalpino è stato pubblicato di recente nella rivista “Nature” ed è fondamentale nell’ambito dell’archeologia e dell’antropologia per fugare una serie di dubbi. Molti altri, invece, non sono stati chiariti, visto che mancano resti fossili a cui fare riferimento per capire quale sia stata l’età precisa in cui il bipedismo è diventato reale. La prima descrizione assoluta del Sahelanthropus tchadensis risale a circa vent’anni fa, per la precisione quando furono scoperte le ossa appartenenti a tre individui nel Ciad, tra cui un cranio in perfetto stato di conservazione.

Il femore e l’ulna

Proprio il cranio ha fatto capire come il nostro antenato avesse una posizione bipede, dopo che gli esperti hanno esaminato la posizione anteriore del forame occipitale, in corrispondenza della colonna vertebrale. L’attribuzione alla specie è diventata ufficiale in quanto nello stesso luogo del ritrovamento non sono stati individuati altri grandi primati. I paleontologi di Poitiers sono andati ancora più a fondo della questione. Spesso può bastare anche un semplice dente per cambiare le certezze sui nostri antenati, nel caso del Sahelanthropus tchadensis sono stati il femore e l’ulna. I ricercatori francesi hanno condotto una serie di analisi e misurazioni riguardo alla morfologia esterna, con conclusioni finali che hanno del sensazionale.

Le caratteristiche delle ossa

Il femore, in particolare, ha permesso di capire che questo antenato era normalmente bipede mentre si trovava a terra, ma anche quando si arrampicava sugli alberi. Le ulne, invece, hanno messo in luce come la specie riuscisse a convivere alla perfezione con i movimenti a quattro arti. Le caratteristiche delle ossa che hanno fatto la differenza sono state circa venti e l’osservazione delle stesse è stata lunga e faticosa, ma ovviamente proficua. La locomozione bipede, dunque, sarebbe stata precoce come non mai, in attesa che altri studi dello stesso tipo forniscano delle conferme.

Il Sahelanthropus tchadensis è un antenato conosciuto anche con un altro nome. Subito dopo la prima scoperta nel 2001 si è deciso di puntare su questa denominazione complicata che fa riferimento al luogo del ritrovamento e alle caratteristiche del teschio. Le autorità del Ciad, però, lo hanno subito ribattezzato Toumai, una parola della lingua Goran che significa letteralmente “speranza di vita” e che le popolazioni locali utilizzando per indicare i bambini nati prima della stagione delle piogge. I fossili riscrivono di continuo la storia dell’evoluzione umana, in futuro c’è da attendersi qualche nuovo e importante aggiornamento.

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