SCIENZA

Si coltiva in Europa, venduto anche in Italia, ma attenti: non si dovrebbe mangiare ora

Anche nei Paesi più freddi oggi si riescono a coltivare alimenti tipici dei climi tropicali: il motivo è l'aumento delle temperature in tutto il mondo

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Ormai sugli scaffali dei nostri supermercati si trova di tutto, e anche per le cose più strane ci sono negozi specializzati un po’ ovunque. Ma non è detto che si debba comprare o consumare tutto quello che c’è a disposizione: alcuni alimenti infatti hanno una carbon footprint, o una impronta di carbonio, molto alta – vuol dire che durante il loro ciclo di vita, tra la produzione e la messa in commercio, producono molte emissioni di gas serra dannose.

Tra questi elementi ci sono anche frutta e verdura, tra cui molte piante esotiche e anche lui, sempre più comune sulle nostre tavole: l’avocado.

L’avocado in Europa

Si tratta del frutto di un albero di media grandezza che è tipico delle regioni con un clima tropicale: soffre molto a temperature inferiori ai 4° ed è quindi tipico di Paesi molto caldi come Messico, Repubblica Dominicana e Colombia.

Non è quindi una buona notizia quella che oggi l’avocado si coltiva anche in alcune zone d’Europa, tra cui la Sicilia, la Spagna e addirittura il Regno Unito. La BBC ha raccolto le storie di alcuni agricoltori inglesi, che hanno raccontato come un clima sempre più asciutto e caldo abbia aiutato la crescita di avocado, fichi e altra frutta esotica. Riescono a crescere non solo in serra, ma anche all’aperto, soppiantando le piante tipiche del clima inglese.

L’Inghilterra tropicale

Storie di questo tipo sono sempre più comuni, in un Regno Unito sempre più caldo. Se la media delle temperature mondiali si è alzata stabilmente di 1.1° dalla rivoluzione industriale, l’Inghilterra corre ancora più velocemente, secondo gli studi del Servizio Meteorologico Inglese. E inoltre sta vivendo una situazione di forte siccità, come d’altronde il resto dell’Europa.

E quindi così come il Mar Mediterraneo si scalda e le specie animali autoctone vengono sostituite da quelle tropicali, lo stesso sta succedendo in Inghilterra con le piante: già nel 2020 il Royal Horticulture Society garden, nello Yorkshire, aveva iniziato a coltivare la pianta del riso, che solo qualche anno fa non sarebbe sopravvissuta, ma oggi prospera. Lì riescono a crescere anche banani, dalie e zenzero.

Più a sud invece, nell’Anglia Orientale, si possono coltivare angurie, fichi, datteri e agrumi: lo racconta sempre la BBC.

Nelle città è ancora più facile coltivare piante tropicali, perché vivono le cosiddette “isole di calore”: zone in cui le temperature aumentano moltissimo rispetto alla campagna meno urbanizzata, perché ci sono meno alberi, più automobili, più condizionatori e più fabbriche, industrie e uffici. Questo vuol dire che a Londra si possono coltivare gli avocado, che spesso nascono spontaneamente dai grossi semi rotondi che vengono buttati via. E riescono anche a sopravvivere a temperature più basse.

A Londra, alcuni gruppi di persone che hanno origini in altre parti del globo stanno provando a far crescere frutta e verdura tipici dei loro Paesi: alcuni di loro raccontano che dopo anni di insuccessi, le estati molto calde degli ultimi anni hanno permesso loro di coltivare patate dolci, zucche e tomatillo, una pianta dai frutti verdi e sferici tipica del Messico.

Ora il problema vero sarà trovare abbastanza acqua per permettere a queste e alle coltivazioni autoctone di sopravvivere.

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