SCIENZA

La verità sullo strano oggetto avvistato nell'oceano, su Google Earth

Su Google Earth si può "ammirare" di tutto, persino strani corpi, come quello notato nel fondale oceanico al largo della costa del Perù

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Fonte: Google Earth

L’oceano ci ricorda quanto siamo veramente piccoli. Questa frase del film “Point Break – Punto di rottura” è sempre molto attuale, ma andrebbe aggiornata. Gli oceani sono immensi e possono nascondere una serie di misteri di difficile soluzione. Ne è un chiaro esempio quanto scoperto da Google Earth, che ha reso visibile uno strano cerchio sul fondale marino, al largo della costa peruviana.

La nazione sudamericana, come sappiamo, si affaccia sul Pacifico, e l’allarme per l’insolita forma sottomarina è stato inevitabile. Da qualche tempo si è accertato come il nostro mondo abbia anche un quinto oceano, ma il già citato Pacifico rimane uno dei più affascinanti, e l’ultimo avvistamento conferma questa tesi.

Lo strano corpo tondo si può notare su Google Earth, e non è altro che la gentile concessione di Scott Waring, proprietario di un sito che si occupa di avvistamenti di oggetti non identificati. Il primo pensiero è andato subito agli alieni, come avviene spesso in situazioni del genere, però c’è stata fin troppa suggestione. La forma misteriosa ha un diametro di poco inferiore ai 7 chilometri ed è localizzata a 566 chilometri dalla costa di Lima. Sembra sorgere dal fondo marino, come se fosse una collina oppure una montagna. La spiegazione potrebbe essere semplice, visto che spesso appaiono forme strane sul fondo dell’Oceano a causa di Google Earth.

I reperti archeologici peruviani

Il motivo è presto detto: il software dell’azienda di Mountain View va a sfruttare i dati provenienti da più fonti, prima di mappare i fondali. Le risoluzioni e i dettagli sono molto differenti tra loro e quando le immagini si combinano, non è raro che la geometria faccia qualche “scherzo”, come in questo caso. Il mondo extraterrestre è stato scomodato in quanto, a non molta distanza dalla costa dell’avvistamento, sono presenti importanti reperti archeologici, le linee e i geoglifi di Nazca, figure di grandi dimensioni spesso associate proprio al mondo alieno. Il chiarimento poteva essere immediato, leggendo un post di sei anni fa della stessa Google.

Satelliti e sonar

Nel 2016, infatti, l’azienda americana aveva spiegato come la raccolta delle immagini possa dar luogo ad artefatti molto particolari, in primis per quel che riguarda le colline e le valli. Nel caso degli oceani, poi, Google Earth si avvale delle mappe della Scripps Institution of Oceanography, la quale a sua volta è legata alle misurazioni e ai calcoli dei satelliti. Per mappare i fondali ci si avvale anche dei sonar a bordo delle navi, anche se le misurazioni dei satelliti e quelle navali non coincidono, portando appunto a cerchi non meglio identificati.

L’allarme relativo al Perù e a Google Earth fa capire quanto poco ancora si sappia dei fondali marini in generale. Di recente sono state scoperte nuove specie animali proprio a queste profondità, però tutto il resto è ancora avvolto da un mistero dopo l’altro. Le immagini satellitari riescono a coprire un fondale oceanico con dettagli fino a un chilometro e mezzo, diversamente dai sonar che arrivano fino a 100 metri. La mappatura di questi fondali è ancora molto in ritardo, si tratta di appena il 5% del totale: in futuro non ci si dovrà stupire più di tanto se altri strani oggetti saranno visibili a tutti.

Fonte foto: Google Earth

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