Nuove specie animali sui fondali dell'oceano: non si erano mai viste prima d'ora
C'è vita sullo scafo dell'Endurance: la leggendaria nave affondata nel 1915 e appena ritrovata in Antartide potrebbe ospitare nuove specie animali
Il relitto della nave Endurance, perduta sul fondo dei mari d’Antartide dal 1915, è stato trovato – dopo 107 anni di ricerche – lo scorso 5 marzo. Ma quello che è “emerso” sotto i ghiacci marini che hanno custodito per oltre un secolo il relitto della nave di Ernest Shackleton è molto più della conclusione dell’epopea di una nave perduta e del suo eroico equipaggio.
La nave scomparsa
Il relitto della nave Endurance, scomparsa nel 1915 durante la famosa spedizione guidata da Ernest Shackleton, è stato ritrovato a oltre tremila metri di profondità dalla squadra di ricerca denominata Endurance22.
La nave era partita nel 1914, con un equipaggio di 27 uomini ed un gatto, con lo scopo di attraversare l’Antartide. La spedizione di Shackleton, denominata Imperial Trans-Antarctic Expedition, restò nei libri come la più grande impresa di sopravvivenza nella storia delle esplorazioni: la nave fu intrappolata dai ghiacci e affondò, ma tutti e 27 i membri dell’equipaggio tornarono a casa sani e salvi.
Le tracce della Endurance si persero così nel Mare di Weddell il 27 novembre del 1915, per tornare alla luce soltanto il 5 marzo del 2022. La nave è in buone condizioni e, con grande sorpresa degli scienziati che hanno potuto osservare i primi video del relitto, ospita una interessante varietà di specie marine e affascinanti creature degli abissi.
Nelle immagini provenienti dalle profondità del mare si vedono chiaramente alcuni curiosi abitanti del relitto: il gruppo Endurance22 ha reso per ora pubblico soltanto un breve video di 90 secondi, ma tanto è bastato per individuare diverse specie sullo scafo dell’imbarcazione.
Secondo Huw Griffiths, bio-geografo del British Antarctic Survey, la nave può aver rappresentato una sorta di oasi per le creature marine delle gelide acque d’Antartide, che in genere non dispongono di zone “protette” o rialzate dal fondale.
Nuove specie sui fondali marini
Nel breve video si vedono sullo scafo – in prossimità dell’inconfondibile stella dell’Endurance – delle ascidie, piccoli animali filtratori a forma di otre, degli anemoni e dei gigli di mare.
Il New York Times ha commentato l’affascinante scoperta nominando “nuovo capitano della nave” il grande anemone arrampicato sul ponte dell’Endurance. Ma quel che attira di più gli scienziati è che, in un altro passaggio del breve video, compaiono specie marine che non dovrebbero affatto trovarsi dove appaiono nel filmato del ritrovamento del relitto della nave inglese.
Katrin Linse, biologa marina del British Antarctic Survey, ha infatti notato subito una strana creatura bianca abbarbicata vicino ad uno degli oblò della nave: a prima vista sembrerebbe un granchio, ma i decapodi non sono propriamente noti per apprezzare ambienti simili, che raggiungono temperature di -2°C.
Ad una più attenta osservazione è emerso che l’animale misterioso è un’aragosta. E se è vero che il riscaldamento climatico potrebbe aver riportato le aragoste in Antartide dopo milioni di anni di assenza dalle scene, è altrettanto interessante che agli scienziati questa aragosta sembri una specie mai vista prima.
Paula Rodríguez Flores, che studia proprio le aragoste degli abissi presso il Museo di Zoologia comparata dell’Università di Harvard, ha dichiarato al New York Times che “questa è sicuramente una specie diversa da quella che conosciamo”. Il relitto della Endurance potrebbe aver custodito negli ultimi 107 anni, insieme all’eredità della storica spedizione di Shackleton, l’evolversi inaspettato della vita marina sotto i ghiacci del mare d’Antartide. E gli scienziati sono sicuri di avere a che fare con una specie mai vista prima.