Trovata solo adesso: questa mummia potrebbe battere un nuovo record
Si trovava nella parte inferiore di un pozzo ed è ottimamente conservata, ma la sua importanza va ben oltre: la mummia appena ritrovata in Egitto potrebbe essere la più antica di sempre
Esistono poche civiltà affascinanti come quella dell’antico Egitto: i culti, le abitudini, gli edifici imponenti e la sua storia tribolata la rendono senza ombra di dubbio una delle più intriganti in assoluto. Non stupisce, dunque, che ogni ritrovamento susciti grande clamore. Eppure, c’è qualcosa che potrebbe rendere il clamore in questione ancor più giustificato. Per esempio? La scoperta di quella che potrebbe essere la mummia più antica in assoluto.
Sì, pare proprio che sia successo: un team di archeologi ed egittologi che stavano lavorando nel complesso funerario di Djoser (struttura eretta nella necropoli di Saqqara, a nord-est dell’antica città di Menfi) si è imbattuto in un sarcofago che conteneva al suo interno un cadavere imbalsamato antichissimo, talmente antico da lasciare tutti a bocca aperta.
Il ritrovamento della mummia di Saqqara
Per chi non lo sapesse, il complesso funerario dove è stato fatto il ritrovamento è uno dei più famosi d’Egitto. Il suo cuore è la piramide a gradoni eretta per la sepoltura di Djoser, sovrano della III dinastia, considerata la più antica fra quelle egizie. Essendo il complesso davvero grande e articolato, da decenni l’intero sito è oggetto di scavi e studi sempre più attenti e approfonditi, volti a scoprire tutto ciò che riguarda gli usi e i costumi del periodo intercorrente fra il 2700 a.C. e il 2620 a.C.
Proprio nel corso di uno di questi scavi è stato ritrovato un pozzo profondo 15 metri all’interno di un complesso cimiteriale non troppo distante dalla piramide. Il pozzo ha subito destato curiosità, perché appariva diverso da altre buche e cavità sotterranee dove erano state rinvenute offerte, statuette votive e sculture in legno. E in effetti, dopo essersi mossi con attenzione fra roccia e sabbia, gli archeologi hanno scoperto che il pozzo era stato realizzato per proteggere un sarcofago realizzato in materiale calcareo, contenente la mummia di un uomo chiamato Heka-shepas.
La mummia e il suo record
Fin qui, niente di troppo strano: diverse mummie in Egitto sono state rinvenute all’interno di cunicoli e cavità ricavate ad hoc. Questi tipi di sepoltura servivano ad avvicinare il più possibile il corpo del defunto alle spoglie dei re e della nobiltà, per dimostrare agli dei (e al popolo) il loro prestigio. Ciò che però ha colpito gli scienziati è il fatto che sia la tipologia di pozzo che il sarcofago calcareo sembravano attestare un’età insospettabile per la mummia: oltre 4500 anni.
A guidare gli scavi e i successivi studi è stato l’ex ministro delle Antichità egiziano, Zahi Hawass, il quale ha immediatamente disposto degli accertamenti e delle analisi più dettagliate sulla mummia. Al termine degli esami condotti, lo stesso Hawass ha annunciato che, con buonissime probabilità, si tratta della mummia più antica mai rinvenuta. O, comunque, della mummia più antica di un nobiluomo di mezz’età mai trovata fino ad adesso.
Di chi è la mummia più antica?
Sì, perché anche se nel corso dei secoli sono state ritrovate moltissime mummie, quella appena scoperta sembra comunque avere il primato di essere, oltre che la più antica, anche la più integra, completa e ben conservata di sempre. Il corpo, mummificato con materiali di altissima qualità per l’epoca, è talmente ben conservato da risultare praticamente integro, cosa che ha facilitato di molto gli studi degli archeologi.
Ma chi era Heka-shepas? Secondo gli scienziati era un uomo di mezza età, morto per cause naturali, senza nessun trauma, e particolarmente apprezzato da coloro che gli stavano intorno. Il corpo è stato infatti avvolto in bende di finissimo tessuto e ricoperto con foglie d’oro. Era inoltre ricoperto di gioielli. Il tutto dimostrerebbe un suo coinvolgimento e una sua influenza molto positiva a corte, talmente positiva da riservargli il trattamento funerario più avanzato possibile. Un trattamento che, oggi, ce lo ha restituito, aprendo un nuovo spaccato su una storia davvero antica.