SCIENZA

Trovati nuovi indizi di vita su Marte, una scoperta sensazionale

Il rover Perseverance ha fatto un'altra scoperta: la sua fotocamera ha ripreso delle immagini in cui ci sono indizi dell'esistenza passata della vita su Marte.

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Sin da quando l’uomo ha iniziato a volgere lo sguardo al cielo, si è sempre domandato se è davvero solo in quest’Universo gigantesco: negli ultimi anni, grazie ad una tecnologia sempre più avanzata, gli astronomi hanno compiuto notevoli passi in avanti sullo studio di Marte, uno dei pianeti candidati ad aver ospitato la vita in un passato lontano. Ora il rover Perseverance ha trovato nuovi indizi molto importanti, ecco cosa sappiamo.

Nuove prove della presenza di acqua su Marte

Lanciato nello spazio ormai alcuni anni fa, il rover Perseverance è uno degli strumenti più importanti della NASA: è atterrato su Marte e sta portando avanti con dedizione i suoi studi, raccogliendo campioni del suolo marziano e inviando agli scienziati sulla Terra preziosissime informazioni sul pianeta. Il veicolo spaziale si trova all’interno del cratere Jezero, che si è originato dall’impatto con una meteora. Si tratta di una regione molto promettente, per comprendere meglio la geomorfologia del Pianeta Rosso e il suo passato.

Già da tempo gli astronomi ritengono che il cratere, in almeno tre periodi diversi, sia stato colmo d’acqua allo stato liquido. Ora arriva una nuova testimonianza a supporto di questa teoria: la Mastcam-Z, uno degli strumenti di cui è dotato il rover Perseverance, ha scattato alcune foto di una particolare area del cratere Jezero, soprannominata Castell Henllys. Le immagini ritraggono una distesa di sabbia rossa su cui spiccano numerosi massi dalla forma rotonda, ben levigati. Gli astronomi dell’Arizona State University, che guidano le operazioni della fotocamera, hanno accolto queste nuove informazioni con grande entusiasmo.

“È probabile che i massi arrotondati visti a Castell Henllys siano stati trascinati nel cratere Jezero, che Perseverance sta esplorando, da forti correnti alluvionali miliardi di anni fa” – si legge in una nota rilasciata dalla NASA – “Ciò è avvenuto durante uno dei tre periodi principali che gli scienziati hanno identificato nello sviluppo del sistema lacustre e fluviale che occupava Jezero in passato”. Si tratta senza dubbio di una scoperta di grandissima importanza, ma in che modo tutto ciò è collegato alla ricerca della vita aliena su Marte?

Perché l’acqua nello spazio è così importante

Ben lontana da quella che è l’immagine regalataci da decenni di film di fantascienza, un’eventuale vita extraterrestre potrebbe presentarsi sotto forma di microrganismi (o di fossili di essi, nel caso in cui fosse esistita solamente milioni di anni fa). E l’ambiente adatto alla loro nascita è proprio l’acqua: perciò, sapere che Marte in passato era ricoperto da questo preziosissimo elemento ci offre un’opportunità inedita per ipotizzare l’esistenza di vita sul Pianeta Rosso. Ovviamente, lo stesso principio si estende al resto dell’Universo.

Non è dunque un caso che gli astronomi siano sempre alla ricerca di acqua – o di tracce di essa – su altri pianeti. Proprio di recente, la NASA ha individuato ben 17 mondi in cui potrebbe esistere un oceano liquido al di sotto di una superficie ghiacciata, ovvero l’habitat ideale per lo sviluppo di microscopiche forme di vita. Gli studi si concentrano soprattutto su quei pianeti che si trovano all’interno della fascia abitabile del proprio sistema: ovvero sono sufficientemente vicini alla loro stella da avere (almeno in teoria) acqua liquida sulla loro superficie e sono abbastanza lontani per evitare che evapori completamente.

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