Sì, è così: il rover Perseverance della NASA potrebbe già avere prove di vita su Marte
Il rover Perseverance, che sta ancora scandagliando la superficie di Marte, potrebbe già avere la risposta al quesito più importante di sempre: c'è stata vita sul pianeta?
Mars 2020 è una delle missioni spaziali più ambiziose di sempre: la NASA ha inviato su Marte il rover Perseverance, con l’obiettivo di studiare non solo la geologia del Pianeta Rosso, ma anche la presenza di eventuali prove di un passato in cui su di esso c’è stata vita. Questa è da sempre una domanda che suscita curiosità, e forse abbiamo la risposta a portata di mano. Se nello spazio – e più precisamente sul suolo marziano – la vita è stata possibile, presto lo sapremo.
C’è stata vita su Marte? Il rover Perseverance (forse) ha la risposta
Marte è uno dei principali obiettivi della NASA, che da tempo sta studiando questo pianeta roccioso alla ricerca di possibili indizi che ci svelino se ha mai ospitato forme di vita. Oggi la sua superficie è un ammasso di rocce e sabbia, un deserto arido e decisamente poco accogliente. Ma in passato potrebbe esserci stata dell’acqua allo stato liquido, uno degli elementi fondamentali per l’abitabilità di un pianeta. Tracce di acqua, in effetti, sono state recentemente individuate sotto forma di segni lasciati da un antico ghiacciaio nascosto sotto depositi di sale.
Il rover Perseverance è stato spedito su Marte proprio per scoprire se c’è mai stata vita. Nel febbraio del 2021, diversi mesi dopo il suo lancio nello spazio, il veicolo è atterrato sulla superficie del Pianeta Rosso, all’interno del cratere Jezero. La scelta del luogo non è stata casuale: si tratta infatti del sito in cui, quattro miliardi di anni fa, si trovava un delta fluviale. Sulla Terra, un ambiente di questo tipo raccoglie enormi depositi di sedimenti e, se su Marte è accaduto lo stesso, qui potremmo avere a disposizione tantissimo materiale per studiare il suo passato.
La NASA ha dunque raccolto numerosi campioni del suolo marziano, conservando il materiale roccioso in 10 tubi di titanio attualmente posizionati in un’area aperta chiamata Three Forks. Al loro interno, è possibile che si trovi la prova dell’esistenza della vita marziana. È incredibile pensare che la risposta ad una delle domande più interessanti sull’Universo sia forse a portata di mano, già catalogata dal rover Perseverance. Gli studiosi hanno analizzato parzialmente i campioni presenti nei tubi, individuando minerali che fanno sospettare la presenza di acqua nel passato e addirittura delle tracce di materiale organico.
I campioni di Marte arriveranno sulla Terra
Per poter però studiare da vicino quanto contenuto nei tubi immagazzinati da Perseverance, occorre attendere ancora un po’. La NASA sta infatti lavorando ad una missione ancora più ambiziosa, chiamata Mars Sample Return, il cui obiettivo è portare sulla Terra i campioni raccolti su Marte. Si tratta di una missione robotica di recupero, attualmente prevista non prima del 2030. I dettagli su tale impresa non sono ancora noti, ma l’agenzia spaziale ha diffuso alcune informazioni interessanti sul metodo scelto per recuperare i tubi contenenti rocce, sabbia e persino aria marziana.
La NASA spedirà nello spazio un veicolo chiamato Mars Ascent Vehicle (MAV), il quale atterrerà sul pianeta per conservare i campioni sino al momento in cui esso stesso effettuerà il lancio per posizionare il suo carico in orbita attorno a Marte. Qui, verrà raggiunto dall’Earth Return Orbiter, che immagazzinerà i tubi e li porterà finalmente sulla Terra. Resta ancora da stabilire in che modo i campioni verranno trasportati sino al MAV: se il rover Perseverance riuscirà a sopravvivere fino alla missione di recupero, sarà direttamente lui a consegnarli. In alternativa, la NASA sta studiando un nuovo rover che potrebbe atterrare nell’area di Three Forks e raccogliere così i tubi già disseminati sul suolo marziano, convogliandoli verso il MAV.