SCIENZA

L'Uomo di Cashel, il più antico corpo di palude mai trovato

L'Uomo di Cashel, scoperto in Irlanda, potrebbe essere la più antica mummia di palude finora tornata alla luce: risalente a circa 4000 anni fa, ha una tragica storia.

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Fonte: National Museum of Ireland

Tra le più sorprendenti testimonianze del passato, ci sono le mummie di palude: al contrario della maggior parte dei resti umani, giunti sino a noi allo stato fossile, questi corpi si sono conservati perfettamente a causa delle condizioni ambientali a cui sono stati sottoposti per millenni, mantenendo intatti i tessuti morbidi e persino gli organi interni. È cosi che si è presentato ai nostri occhi anche l’Uomo di Cashel, quello che è probabilmente il corpo di palude più antico che fino ad oggi sia mai stato ritrovato.

L’affascinante mistero dei corpi di palude

I corpi (o mummie) di palude sono cadaveri in buonissimo stato di conservazione ritrovati all’interno di torbiere, principalmente nel nord Europa. I depositi di torba e le paludi caratteristiche di questo particolare ambiente possiedono condizioni come l’elevata acidità dell’acqua, il freddo e l’assenza di ossigeno che permettono di preservare al meglio i resti umani. In certi casi è stato possibile persino “leggere” le impronte digitali o identificare il contenuto dello stomaco (e quindi l’ultimo pasto consumato) di alcuni di questi corpi.

Se i processi di conservazione che hanno garantito ai corpi di palude di giungere quasi intatti sino a noi non sono certo un mistero, altrettanto non si può dire del motivo per cui la gran parte di questi uomini abbiano segni di violenze terribili. Secondo una recente teoria, è possibile che l’affossamento dei cadaveri nelle paludi sia riconducibile ad un rituale diffuso soprattutto nei Paesi nordici. Si tratterebbe, stando allo studio del dottor Roy van Beek, di una tradizione millenaria che avrebbe come “vittime” uomini sottoposti a sacrifici rituali o criminali torturati.

L’Uomo di Cashel e la sua tragica storia

L’Uomo di Cashel non sembra fare eccezione a questa teoria. Stiamo parlando di una delle mummie di palude più antiche mai ritrovate: il corpo è tornato alla luce nei pressi di un villaggio irlandese, scoperto per puro caso nel 2011, e secondo la datazione al radiocarbonio sarebbe morto attorno al 2000 a.C. Si tratterebbe di un giovane maschio adulto rinvenuto in posizione sdraiata poggiato sul fianco destro, con le gambe flesse verso il petto.

Purtroppo, la testa e il braccio sinistro sono stati accidentalmente staccati dal resto del corpo dai macchinari utilizzati per raccogliere la torba: si credeva fossero addirittura stati macinati, ma fortunatamente gli esperti li hanno ritrovati integri. L’uomo di palude sarebbe stato deposto, dopo la sua morte, sulla superficie della torbiera con due verghe di nocciolo a segnare la sua tomba. Molte le ferite riscontrate sul suo corpo: i segni sarebbero compatibili con quelli che dovrebbe avere una vittima di sacrifici umani. Tra le altre lesioni, spicca un lungo taglio nella parte bassa della schiena e un braccio rotto.

In Irlanda, questi sacrifici erano molto diffusi, soprattutto durante i periodi di difficoltà – come in guerra e in siccità – e al momento dell’incoronazione di un nuovo re. Il giovane Uomo di Cashel potrebbe dunque celare un tragico passato: sarebbe rimasto vittima di un rituale violento che, con caratteristiche più o meno simili, si è protratto addirittura sino al Medioevo.

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