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SCIENZA

Scoperta inaspettata all'interno della Nube di Oort, è qualcosa di strano

Una struttura a spirale è stata scoperta in modo del tutto inaspettato all'interno della Nube di Oort: perché ciò potrebbe cambiare quello che sappiamo sul Sistema Solare?

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Una scoperta inaspettata all’interno della Nube di Oort potrebbe cambiare per sempre la nostra comprensione della struttura più remota e misteriosa del Sistema Solare. Durante la produzione di uno spettacolo al planetario di New York, un’anomalia visiva ha attirato l’attenzione degli scienziati: una struttura a spirale nella Nube di Oort. Il fenomeno, confermato in seguito da simulazioni fisiche avanzate, potrebbe riscrivere parte delle concezioni correnti sull’origine delle comete, l’evoluzione del Sistema Solare e persino sull’origine della vita sulla Terra.

Cosa sappiamo davvero della Nube di Oort?

La Nube di Oort è una vasta regione sferica ipotizzata per la prima volta nel 1950 dall’astronomo olandese Jan Oort. Si tratta di un gigantesco ammasso di corpi ghiacciati che orbitano attorno al Sole a distanze enormi, anche fino a 1,5 anni luce. Secondo la NASA, rappresenta la zona più lontana del Sistema Solare, un vero confine tra il nostro “vicinato” cosmico e lo spazio interstellare.

Finora, nessuno è mai riuscito a osservarla direttamente: i corpi che la compongono sono troppo piccoli e troppo lontani. Eppure, da lì provengono molte comete a lungo periodo, con orbite che impiegano anche milioni di anni per completarsi.

Una spirale tra i ghiacci: scoperta nel planetario

Durante le prove tecniche dello show Encounters in the Milky Way all’Hayden Planetarium di New York, la proiezione di una simulazione ha rivelato qualcosa di inatteso: la presenza di una spirale nella Nube di Oort. Il primo a notarla è stato il team guidato dall’astrofisica Jackie Faherty. Inizialmente si pensava a un errore grafico, ma la struttura si è rivelata reale: era già presente nei dati scientifici forniti dall’esperto David Nesvorny.

Il dato sorprendente è che nessuno, fino ad allora, aveva mai visualizzato quei dati in tre dimensioni. Una volta fatto, la struttura a spirale è apparsa chiaramente, nascosta nel caos numerico come un disegno segreto.

La marea galattica e l’influenza invisibile della Via Lattea

Ma cosa può aver fatto sì che ci fosse una spirale nella Nube di Oort? Secondo Nesvorny, la risposta sta nella marea galattica: una forza gravitazionale esercitata non dal Sole, ma dalla nostra stessa galassia, la Via Lattea.

Gli oggetti della Nube di Oort, troppo lontani per essere completamente legati al Sole, vengono “tirati” anche dalla massa stellare e dalla materia oscura della galassia. Questo effetto distorce le loro orbite, generando un andamento a spirale, almeno nella parte più interna della nube.

Tutti i modelli di simulazione, inclusi quelli elaborati dal potente supercomputer Pleiades della NASA, confermano questa scoperta scientifica sulla Nube di Oort. Tuttavia, la parte esterna della nube sembrerebbe mantenere una forma più tradizionalmente sferica.

Cosa significa questa scoperta per l’origine della vita?

Comprendere la struttura della Nube di Oort non è solo una curiosità scientifica: potrebbe avere implicazioni profonde sull’origine dell’acqua sulla Terra e sulle molecole organiche complesse alla base della vita sul nostro pianeta. Alcune teorie sostengono che le comete, provenienti proprio da questa regione remota, abbiano portato tali molecole organiche e acqua sul nostro pianeta primordiale.

La struttura a spirale scoperta nella Nube di Oort offre nuovi spunti per studiare come si formano e si evolvono i sistemi planetari. Inoltre, ci fornisce un quadro più dinamico del posto che abbiamo nella galassia, mostrando che il Sistema Solare non è un’isola statica, ma una parte attiva di un ecosistema cosmico in continuo movimento.

Occhi puntati sull’Osservatorio Vera Rubin

Il prossimo passo? L’Osservatorio Vera C. Rubin, situato in Cile, potrebbe rappresentare la chiave per osservare davvero la Nube di Oort. Si prevede che scoprirà decine, forse centinaia, di oggetti al suo interno, permettendoci di testare visivamente la teoria della spirale.

Nel frattempo, questa scoperta inaspettata nella Nube di Oort ricorda quanto ancora abbiamo da scoprire, persino nel nostro “giardino cosmico”. E che, talvolta, le rivelazioni più affascinanti nascono per caso, davanti a un pubblico curioso, sotto il cupolone di un planetario.