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Vogliono tassare l’ADSL: ecco perché

Tassare le vecchie connessioni ADSL del 10% per finanziare i lavori delle nuove connessioni FTTH: è quello che propone Fratelli d'Italia con un emendamento alla Legge di Bilancio

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Fonte: Shutterstock

Un emendamento alla Legge di Bilancio 2025, presentato da Fratelli d’Italia, ha acceso un vivace dibattito nel settore delle telecomunicazioni. Formalmente, la proposta mira ad accelerare la dismissione della vecchia rete internet in rame, cioè le vecchie connessioni ADSL, con l’obiettivo di favorire una rapida transizione verso la fibra ottica pura (FTTH).

Tuttavia, l’emendamento ha sollevato forti critiche da parte dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) e di Federconsumatori, che mettono in guardia da possibili ripercussioni negative per consumatori e operatori del settore. Questa transizione a tappe forzate, infatti, verrebbe finanziata con una sorta di tassa sull’ADSL.

Tassa ADSL: l’emendamento FDI

L’emendamento propone un aumento del 10% sui prezzi dei servizi ADSL a partire dal 1° gennaio 2025. I proventi derivanti da questo rincaro sarebbero destinati a un fondo per sostenere gli operatori nella migrazione verso la banda ultra larga.

Inoltre, l’emendamento prevede uno switch-off della rete in rame a tappe forzate, con la cessazione dei relativi servizi entro termini predeterminati. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere una copertura in fibra ottica per almeno il 50% delle utenze entro il 2026 e per il 100% entro il 2030, in linea con gli obiettivi del Digital Compass 2030 dell’Unione Europea.

Le critiche dell’AIIP

L’AIIP ha espresso “forte preoccupazione” per l’emendamento, denunciandone l’irragionevolezza e i potenziali effetti distorsivi sul mercato. L’associazione critica l’aumento dei prezzi dell’ADSL, definendolo una “nuova imposta indirettaa carico di consumatori e imprese.

Inoltre, l’AIIP solleva dubbi sulla fattibilità dello switch-off accelerato, citando la carenza di manodopera specializzata e la scarsa capacità di delivery sulle reti FTTH esistenti. L’associazione sottolinea anche la necessità di considerare i casi d’uso critici dei servizi in rame, come le reti backup d’emergenza per imprese e pubbliche amministrazioni.

Le critiche di Federconsumatori

L’associazione nazionale di tutela dei diritti dei consumatori Federconsumatori condivide le preoccupazioni dell’AIIP e sottolinea i possibili risvolti negativi per i cittadini.

L’associazione mette in guardia da possibili disservizi legati a una sostituzione affrettata della rete in rame e da un aumento notevole dei costi per gli abbonamenti a servizi di telefonia e dati.

Federconsumatori critica inoltre la mancanza di considerazione per le aree del Paese ancora prive di connettività a banda larga, che rischierebbero di subire disagi significativi.

Internet FTTH e FWA: i dati italiani

Gli ultimi dati sulla copertura della fibra nei comuni italiani sono stati pubblicati poche settimane fa e sono aggiornati al 31 ottobre 2024.

Dall’avvio operativo del Piano BUL sono in totale 6.514 i comuni in commercializzazione, 4.445 i comuni con fibra FTTH e 2.249 i siti FWA collaudati positivamente, 10.195 i cantieri aperti. Dal lancio del piano Banda Ultra Larga, nel 2016, Infratel Italia ha commissionato lavori per 2,6 miliardi di euro.

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