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WhatsApp: la nuova funzione si espande

Meta estende il suo servizio di pagamento tramite l'app di WhatsApp in Brasile, terzo Paese dopo India e Singapore: quando arriva WhatsApp Pay anche in Italia?

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WhatsApp Payments, meglio noto al grande pubblico come WhatsApp Pay, si espande ed è ora disponibile in un altro Paese, oltre a India e Singapore, dove è già presente da un paio di anni. Si tratta del Brasile, grandissimo e popolosissimo Stato sudamericano che, da sempre, ha un ottimo rapporto con l’app di messaggistica. Con l’arrivo in Brasile, WhatsApp Pay non cambia il suo funzionamento anche se, come a Singapore, al momento è riservato solo alle transazioni con i commercianti.

WhatsApp Pay: cos’è

WhatsApp Pay è un servizio che serve a permettere agli utenti di vendere e comprare qualcosa tramite WhatsApp. Già da parecchio tempo in Brasile, e non solo, l’app di WhatsApp Business è stata arricchita con l’inserimento del catalogo dei prodotti e del carrello.

Ora arriva anche il modo per finalizzare il pagamento, senza mai uscire dall’app: basterà aver inserito nelle opzioni di WhatsApp una carta (VISA o Mastercard) di credito, debito o prepagata emessa da una delle banche partner di WhatsApp.

Ogni singolo pagamento ha due livelli di sicurezza: il primo consiste nella classica crittografia end-to-end, usata da WhatsApp per quasi tutti i contenuti che transitano dall’app, il secondo è un PIN specifico per i pagamenti che il compratore deve usare per sbloccare l’acquisto.

WhatsApp Pay: come funziona

Nella pratica, WhatsApp Pay in Brasile funziona soltanto se il venditore ha un account business, quindi non è possibile usare WhatsApp Pay per scambiarsi denaro tra privati.

Quando un cliente vuole comprare qualcosa può mandare un messaggio al venditore, il quale può rispondere creando per lui un ordine (selezionando i prodotti dal suo catalogo). Chiaramente anche il cliente potrà farlo, scegliendo da solo i prodotti dal catalogo, se lo preferisce.

Una volta creato l’ordine, il commerciante lo invia all’acquirente che può controllare che tutto sia ok e procedere al pagamento. Dovrà quindi sbloccare il pagamento con il PIN e, nel giro di pochi secondi, i soldi arriveranno sul conto del venditore.

Tutto questo può essere fatto per acquisti online, ma anche per vendite al dettaglio nei negozi fisici. In base alla normativa fiscale di ogni Paese, infatti, la cassa potrebbe emettere una sorta di “scontrino WhatsApp” per abilitare l’utente al pagamento.

Pagamento che, lo precisiamo, avviene direttamente dentro l’app di WhatsApp e non serve passare né da circuiti esterni (come PayPal) né avvicinare lo smartphone al POS.

WhatsApp Pay: quando arriva in Italia

Al momento WhatsApp Pay è disponibile solo in India, Singapore e Brasile, ma chiaramente WhatsApp lo porterebbe subito ovunque nel mondo: “Siamo felici di sapere che questo servizio aiuta le persone e i piccoli negozi in Brasile a connettersi con WhatsApp, guardiamo avanti per portare il servizio ad altri tipi di attività e in altri Paesi in futuro“.

Tra il dire e il fare, però, ci sono un mare di dettagli legali, fiscali e burocratici da risolvere. Basti pensare al fatto che le transazioni sono criptate end-to-end e questo significa che nessuno (in teoria nemmeno WhatsApp stessa) può sapere cosa sta comprando l’utente, né quanto lo sta pagando.

Ottimo per la privacy, ma anche per riciclare denaro sporco o vendere materiale illegale come armi, droga, prodotti contraffatti e molto, molto altro. E’ chiarissimo che non sarà mai questo lo scopo principale di WhatsApp Pay o di altri servizi simili, ma è altrettanto chiaro che le autorità, europee e italiane, dovranno affrontare con Meta questioni del genere prima di dare il via libera a WhatsApp in UE.

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