Un fiume a Buenos Aires, in Argentina, è diventato di un rosso intenso all'improvviso
L'acqua di un fiume è diventata rossa in Argentina: a causare il fenomeno sono stati sversamenti di anilina tossica. La popolazione è preoccupata
Un singolare fenomeno ha recentemente colpito la zona di Villa Inflamable, distante pochi chilometri da Buenos Aires, in Argentina: l’acqua di un fiume è diventata rossa suscitando preoccupazione tra gli abitanti.
Si tratta del fiume Sarandì, un affluente del Rio de la Plata: ecco gli interrogativi sulle cause di questa colorazione anomala.
L’acqua di un fiume è diventata rossa: cosa sappiamo
Le immagini che hanno rapidamente fatto il giro del web, grazie ai video condivisi dai residenti, sono sorprendenti e quasi surreali: l’acqua del fiume Sarandì, nei pressi di Buenos Aires, che solitamente scorre indisturbata con il suo colore naturale, si è tinta di una tonalità rossastra che ha immediatamente catturato l’attenzione di chi vive nelle vicinanze. La reazione dei cittadini, colti di sorpresa e visibilmente preoccupati, è stata quella di attribuire il fenomeno a un inquinamento di larga scala, un’ipotesi che è stata successivamente confermata dalle indagini delle autorità locali.
Sebbene l’immagine di un fiume trasformato in un “mare di sangue” possa sembrare appartenere a un altro pianeta o a un film dell’orrore, la causa è da ricercarsi in un’inquietante combinazione di fattori ambientali e industriali.
Le analisi preliminari, condotte dai tecnici della municipalità di Avellaneda, hanno rivelato che l’acqua del fiume conteneva tracce di anilina, una sostanza chimica comunemente utilizzata nell’industria tessile e della conceria per la tintura dei materiali.
L’anilina, in particolare, è un composto organico che può essere tossico se rilasciato nell’ambiente senza il dovuto trattamento. Proprio per questo motivo, il fenomeno ha sollevato allarmi sul livello d’inquinamento che da anni affligge la zona, una delle più industrializzate dell’area metropolitana di Buenos Aires.
Abitanti preoccupati per l’inquinamento delle acque
Da tempo i residenti segnalano la presenza di sostanze inquinanti nelle acque del fiume Sarandì, ma le autorità sembrano non aver mai affrontato in modo efficace il problema. Secondo le ipotesi avanzate dalle autorità locali, l’anilina potrebbe provenire da qualche impianto industriale, probabilmente una fabbrica tessile o una conceria, che, per difetti nei sistemi di depurazione, ha scaricato i suoi rifiuti direttamente nel fiume.
Le indagini sono ancora in corso, ma una delle priorità è stabilire se la fuoriuscita di questa sostanza sia stata un evento isolato o se faccia parte di un problema strutturale legato alla gestione dei rifiuti industriali nella regione.
Il Ministero dell’Ambiente ha già preso provvedimenti, prelevando campioni d’acqua per effettuare analisi chimiche più approfondite. Le autorità hanno dichiarato di voler fare chiarezza sull’origine della contaminazione, utilizzando tecniche avanzate come la cromatografia liquida per identificare con precisione le sostanze chimiche responsabili della colorazione dell’acqua. Tuttavia, la preoccupazione tra i residenti resta alta, poiché molti di loro sono convinti che l’inquinamento del fiume sia un problema persistente, alimentato da un’insufficiente regolamentazione delle attività industriali.
Nel corso degli anni, i cittadini di Villa Inflamable hanno più volte denunciato il comportamento irresponsabile delle fabbriche locali, accusandole di scaricare rifiuti tossici senza alcun rispetto per l’ambiente circostante. A queste denunce non hanno mai fatto seguito interventi risolutivi da parte delle autorità, alimentando un crescente malcontento tra chi vive nella zona e rischia quotidianamente di subire le conseguenze di un inquinamento incontrollato.
La situazione del fiume Sarandì non è che un campanello d’allarme riguardo la crescente incidenza dell’inquinamento industriale in molte aree metropolitane del mondo. Se da un lato le tecnologie di monitoraggio e analisi delle acque si sono evolute, dall’altro sembra che le politiche ambientali non siano sempre in grado di tenere il passo con i rapidi sviluppi industriali.
In un mondo che si sta sempre più avvicinando a una crisi climatica globale, eventi come quello dell’acqua di un fiume che è diventata rossa per le sostanze tossiche rilasciata al suo interno non possono che rafforzare la necessità di un impegno maggiore nella protezione e tutela delle risorse idriche.