Sono arrivati dove nessuno era arrivato prima: ecco cosa hanno trovato
Un esploratore e un ricercatore hanno visitato uno dei luoghi più inospitali della Terra, dove mai nessun essere umano aveva messo piede prima
Ci sono pochi posti sulla Terra che ancora nessun essere umano ha visitato, e che quindi rimangono inesplorati. Sono punti difficilmente accessibili, in cui la sopravvivenza per lunghi periodi è per noi impossibile. Si trovano quasi tutti nelle profondità degli oceani.
Uno di questi posti, uno dei pochi ancora non toccati dall’uomo su questo pianeta, è appena stato esplorato. E chi lo ha visitato è riuscito anche a scattare delle foto.
L’esplorazione dell’abisso
Siamo nel Pacifico, nella zona a sud-est dell’Oceano, al largo delle coste del Cile e del Perù. Qui c’è una delle ultime regioni in cui l’uomo non aveva mai messo piede, e si trova a più di ottomila metri sotto il livello del mare: 8069, per la precisione. Un luogo di un metro più “lungo” dell’undicesima montagna più alta del mondo, il Gasherbrum I.
Questo luogo ha un nome: si chiama Fossa di Atacama, e due persone sono riuscite a scendere fino alla fine di questo gigantesco taglio che si estende lungo le coste sudamericane. I due novelli Capitano Nemo e Pierre Aronnax, che hanno affrontato una moderna versione delle Ventimila leghe sotto i mari, sono l’esploratore americano Victor Vescovo, fondatore della Caladan Oceanic, e il ricercatore cileno Osvaldo Ulloa, direttore dell’Istituto “Milenio” di Oceanografia, in Cile.
Non è stata un’esplorazione fine a se stessa, per segnare un record e vantarsi con gli amici: Vescovo e Ulloa avevano il compito di fare una mappatura batimetrica (cioè della profondità) del fondale oceanico in quella zona, e di raccogliere campioni a varie profondità della Fossa di Atacama.
In un comunicato, Vescovo ha detto che “è stato un grande privilegio pilotare la prima discesa umana sul fondo della Fossa di Atacama con il dottor Ulloa. Ho navigato per tre ore sul fondale oceanico, indagandone i punti più interessanti con una persona che ha studiato l’area per gran parte della sua carriera: è stato semplicemente fantastico”.
Cosa c’è nella Fossa di Atacama
Laggiù, a più di 8mila metri di profondità, Vescovo e Ulloa hanno osservato un ecosistema unico. I due hanno riportato immagini e testimonianze di quelli che sembrano essere esempi di chemiosintesi: un processo simile alla fotosintesi, solo che invece della luce del sole (che a queste profondità non arriva) vengono usate sostanze inorganiche a bassa energia. Negli anni ci sono state prove di chemiosintesi anche in altre Fosse oceaniche.
C’è anche una sorpresa, un elemento mai visto in altri luoghi simili: lunghi filamenti di batteri, che si staccano dalle pareti rocciose e che non hanno mai visto la luce del sole, ricavano la loro energia dai minerali e dai gas che fuoriescono da quelle stesse rocce. Ma nelle profondità degli oceani potrebbe esserci qualcosa di ancora più prezioso.
La Fossa di Atacama, come abbiamo detto, si estende lungo le coste sudamericane di Cile e Perù, a distanza di 160 chilometri dal continente, ed è lunga poco meno di 6mila chilometri. È il luogo dove si incontrano due delle placche di cui è formata la crosta terrestre, quella Sudamericana e quella di Nazca. Non è però il punto più profondo della Terra: quel record va alla Fossa delle Marianne, e in particolare al suo Abisso di Challenger, profondo quasi 11mila metri. E sì, abbiamo esplorato anche questo luogo.