SCIENZA

Bagno rituale ebraico (mikveh) emerso durante gli scavi nel Parco archeologico di Ostia Antica

Una scoperta eccezionale nel Parco archeologico di Ostia Antica: hanno trovato un mikveh, ovvero un antichissimo bagno rituale ebraico.

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La recente scoperta di un bagno rituale ebraico (mikveh) nel Parco archeologico di Ostia Antica rappresenta un evento di straordinaria rilevanza, non solo per il mondo dell’archeologia ma anche per la comprensione delle dinamiche culturali e religiose nell’antica Roma. Gli scavi, condotti tra giugno e agosto 2024 nell’ambito del progetto OPS – Ostia Post Scriptum finanziato dal Ministero della Cultura, hanno riportato alla luce un sito di inestimabile valore, che getta nuova luce sulla presenza e l’importanza della comunità ebraica nell’antica città portuale.

Ostia Antica, crocevia di popoli

Situata alla foce del Tevere, Ostia Antica ha rappresentato per secoli un punto di incontro tra popoli e culture diverse: la sua posizione strategica – non a caso era il porto principale di Roma – ha favorito lo sviluppo di una comunità multietnica e multireligiosa, dove le tradizioni e le fedi si sono intrecciate e influenzate a vicenda. La scoperta del mikveh non fa altro che confermare il ruolo di Ostia come crocevia di culture e religioni nel cuore dell’Impero Romano.

Ma cos’è un mikveh? Si tratta un piccolo vano semi-ipogeo con sottostante pozzo per l’acqua di falda, destinato alle immersioni rituali di purificazione. La sua struttura che comprende gradini, pareti rivestite di intonaco idraulico e un pozzo per l’acqua piovana o sorgiva, rispetta le prescrizioni delle fonti rabbiniche. L’acqua del mikveh – considerata acqua viva – simboleggia la purificazione spirituale e la rinascita.

Caratteristiche del mikveh di Ostia Antica

Cos’è che rende tanto eccezionale il mikveh scoperto a Ostia Antica? Per comprenderlo dobbiamo scendere nei dettagli a cominciare dalla posizione in cui è situato: gli archeologi lo hanno riportato alla luce nell’Area A del parco, corrispondente a una zona nevralgica della città antica, in prossimità del fiume Tevere e degli edifici pubblici più importanti. Ciò testimonia l’integrazione della comunità ebraica nell’ambiente cittadino.

Poi c’è la struttura semi-ipogea, ovvero un vano rettangolare con abside semicircolare a cui si accedeva tramite una scala di marmo, che presenta delle stratificazioni edilizie e un pozzo di captazione dell’acqua di falda. Tutti elementi tipici dei mikveh, compresi i dettagli rituali veri e propri: la presenza di gradini, le pareti rivestite di intonaco idraulico, il pozzo per l’acqua sorgiva, il condotto per l’adduzione dell’acqua e la lucerna con simboli ebraici confermano la funzione rituale del sito. Un sito considerato di pregio, visti anche i materiali utilizzati come marmo, conchiglie, stucchi.

In ultimo – ma non per importanza – il ritrovamento di materiali databili tra il IV e il VI secolo d.C. (come le lucerne con menorah e lulav) fornisce preziose informazioni sulla cronologia e sulla continuità della presenza ebraica a Ostia. Di fatto, si tratta del primo mikveh di epoca romana scoperto al di fuori della Terra d’Israele.

Un ritrovamento unico nel suo genere

La scoperta del mikveh di Ostia Antica rappresenta un unicum nel panorama archeologico: “Si tratta di una scoperta assolutamente straordinaria – ha affermato Alessandro D’Alessio, Direttore del Parco archeologico di Ostia Antica – in quanto non erano precedentemente noti mikva’ot di epoca romana fuori dalla Giudea, Galilea e Idumea antiche”. Questo ritrovamento, successivo solo a quelli in Israele e al mikveh di Palazzo Bianca a Siracusa, testimonia la presenza continuativa e l’importanza della comunità ebraica a Ostia durante l’età imperiale.

“La storia degli ebrei di Roma si arricchisce oggi di un ulteriore, prezioso monumento che testimonia il loro millenario insediamento e la cura nell’osservanza delle tradizioni“, ha dichiarato il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni.

Il Parco archeologico di Ostia Antica, grazie ai finanziamenti del Ministero della Cultura, continuerà a investire nella ricerca e nella valorizzazione di questo sito eccezionale, rendendolo accessibile al pubblico e promuovendo la condivisione delle conoscenze attraverso azioni di public archaeology.

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