Come una bomba tossica: le città in Italia dove l'aria è più inquinata
Nelle grandi città italiane, i livelli di inquinamento atmosferico hanno superato la soglia di sicurezza: ecco quali sono le località più colpite dallo smog.
Com’è la qualità dell’aria che respiriamo? Nelle grandi città, purtroppo, l’inquinamento atmosferico è un dato di fatto: i livelli di sostanze pericolose per l’uomo come il diossido di azoto e il particolato fine sono spesso ben al di sopra della soglia di sicurezza. Il traffico, le fabbriche, il riscaldamento domestico e persino l’agricoltura sono tra le principali cause di questo fenomeno. Ma quali sono le città più inquinate d’Italia? Scopriamolo insieme.
Le città più inquinate d’Italia
Nell’aria che respiriamo quotidianamente ci sono inquinanti atmosferici che possono creare gravi danni alla nostra salute. Sono, in particolar modo, il diossido di azoto (NO2) e il particolato fine (PM2,5 e PM10). L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato delle linee guida in cui fa riferimento ai livelli massimi accettabili di queste sostanze presenti nell’atmosfera, per poter dichiarare salubre l’aria. Livelli che, in molte città italiane, vengono superati di frequente – in taluni casi sino a raggiungere il doppio di quanto consentito.
Secondo i dati estratti dal 6° Rapporto MobilitAria, che ha analizzato i livelli di inquinamento atmosferico in 14 grandi città italiane, la situazione non è affatto rosea. Al primo posto in classifica tra le località più inquinate c’è Milano, che nel 2022 ha addirittura più che triplicato il limite complessivo di NO2, PM2,5 e PM10 raccomandato dall’OMS. Solo leggermente meglio fa Torino, che è al secondo posto. A seguire, troviamo altre grandi città come Napoli, Venezia, Palermo e Catania. Roma occupa “solamente” la settima posizione, seguita da Firenze, Bologna, Genova, Bari, Messina, Cagliari e Reggio Calabria.
E se una recente indagine aveva individuato la Pianura Padana come la regione più inquinata d’Europa, nel resto del continente le cose non vanno molto meglio. L’UE sta cercando di arginare il problema con dei programmi che mirano a migliorare sempre più la qualità dell’aria. È il caso di Zero Pollution, il piano d’azione che ha come obiettivo la modifica della vigente direttiva sui limiti imposti per gli inquinanti atmosferici, per cercare di avvicinarci sempre più alle linee guida dell’OMS. Nei prossimi anni sarà fondamentale adottare nuove strategie per ridurre l’inquinamento dell’aria, che ha notevoli conseguenze anche sulla nostra salute.
I rischi dell’inquinamento atmosferico
Sostanze come il diossido di azoto e il particolato fine possono essere molto pericolose. Lo sono per l’ambiente, ad esempio: il NO2 è un precursore dell’ozono, che sappiamo bene avere conseguenze negative per la natura, contribuendo al fenomeno del riscaldamento globale. Inoltre è causa della formazione di acido nitrico, che si trasforma in “pioggia acida”. Ma il pericolo è anche per la nostra salute, e non deve essere sottovalutato. Questi inquinanti, se inalati, sono pesantemente irritanti e possono produrre infiammazioni, crisi respiratorie e bronchite, fino ad arrivare a compromettere l’apparato cardiocircolatorio.
Gli esperti hanno spiegato che l’inquinamento atmosferico causa ogni anno migliaia di morti premature – secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2021 in Italia si sarebbero registrati circa 60mila decessi imputabili al diossido di azoto e al particolato fine. Rimandare un cambiamento, dunque, non è più possibile. Il rischio è troppo elevato, e dobbiamo intervenire per ridurre i livelli di inquinanti atmosferici al di sotto della soglia di sicurezza.