SCIENZA

Il bruco neonato che tiene lontani i parassiti dalle piante, si attacca alle foglie

I bruchi da betulla sono eccezionali. Fin da neonati si dirigono sulla punta di una foglia, che difendono attraverso delle vibrazioni. Un caso unico nella specie

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Fonte: Studio pubblicato su The Company of Biologists

Tutte le creature del regno animale meritano d’essere studiate. Si pensa spesso in questi casi ai grandi mammiferi, che sono quelli con i quali riusciamo a relazionarci maggiormente, anche sotto l’aspetto degli istinti e delle emozioni.

Anche le più piccole creature, però, possono dar vita a delle complesse dinamiche. Si pensi ai bruchi della betulla verrucosa (Drepana arcuata), che proteggono con grande vigore una delle più piccole aree conosciute: la punta di una foglia.

Bruchi neonati

Uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology ha posto sotto la lente d’ingrandimento proprio i bruchi neonati. Sono grandi meno di un millimetro ma, al tempo stesso, difendono il loro regno strenuamente: l’estremità delle foglie di betulla. È sorprendente il modo con il quale operano. Non hanno speranze di tenere alla larga altre creature ostili con la forza, e allora sfruttano le vibrazioni.

La professoressa di neuroetologia Jayne Yack, che opera presso la Carleton University di Ottawa (autrice principale dello studio), ha paragonato il processo a una “battaglia rap”. Di fatto le vibrazioni servono a indicare a tutti che quello è un territorio occupato.

In altre specie di bruchi i comportamenti difensivi vengono sviluppati soltanto in fasi più avanzate. I bruchi della betulla invece sono territoriali fin dalla schiusa. Appena nati, iniziano a dirigersi verso la punta di una foglia. Qui assumono una posa di riposo, che i ricercatori descrivono come “draconiana”. Sembrano infatti dei microscopici draghi accovacciati.

Le vibrazioni dei bruchi

La strategia delle vibrazioni come metodo difensivo è decisamente rischiosa. Essendo così piccoli, infatti, è facile comprendere come questi insetti siano anche particolarmente vulnerabili. Il riferimento va certamente a eventuali predatori ma, al tempo stesso, anche a condizioni ambientali avverse.

Se la maggior parte delle specie neonate si aggrega in gruppi, così da tutelarsi al meglio e garantirsi migliori chance di sopravvivenza, il bruco della betulla vuole isolarsi da tutto e tutti. Sereno se ne sta sulla sua foglia, in posizione elevata e ben esposta. Il motivo? Forse per controllare al meglio il proprio minuscolo territorio.

Le vibrazioni in questione sono state definite dagli esperti come “drums” e “buzz scrapes”. Colpendo e raschiando il corpo contro la foglia, emettono dei segnali vibratori, che viaggiano lungo i rami e lo stelo.

Sono stati analizzati ben 18 incontri sperimentali tra un bruco residente e un rivale introdotto sulla stessa foglia. I ricercatori hanno scoperto che in circostanze del genere le vibrazioni aumentano di circa quattro volte. Se il rivale si avvicina troppo alla punta, poi, il bruco difensore aumenta ulteriormente l’intensità, fino a 14 volte.

In nessun caso si arriva allo scontro fisico. In 8 incontri c’è però stato un contatto diretto. Il residente, sopraffatto, ha scelto di abbandonare il territorio. Come? Si è calato con un filo di seta.

Questa scoperta ha aperto una nuova porta su un mondo ancora inesplorato: la comunicazione vibrazionale tra insetti. I bruchi sarebbero addirittura in grado di distinguere vibrazioni generate da fonti diverse e, forse, anche imitare quelle di predatori come i ragni.

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