SCIENZA

Dietro la cattura di questo pitone gigante c'è una storia assurda

Gli scienziati sono riusciti a catturare un esemplare di pitone birmano lungo quasi 4 metri: la storia che si cela dietro questo avvenimento è incredibile.

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Il pitone delle rocce birmano è un serpente costrittore di colore scuro, caratterizzato da macchie marroni, che spesso può raggiungere (e superare) i 5 metri di lunghezza. Originario del sud-est asiatico, si è ormai diffuso anche negli Stati Uniti sudorientali a causa della compravendita – talvolta illegale – e di fughe accidentali da parte di questi esemplari. In Florida, in effetti, è diventata una specie invasiva che sta creando problemi alla fauna locale. Gli scienziati hanno recentemente catturato un pitone gigante, e il modo in cui ci sono riusciti è incredibile.

Un procione ha portato alla cattura del pitone birmano

Da tempo, l’isola di Key Largo (che si trova nei pressi della costa della Florida) è invasa da numerosi esemplari di pitone birmano. La loro presenza è documentata sin dai primissimi anni 2000, ma non ci sono ancora dati certi sull’effettiva consistenza di questa popolazione di rettili. Nonostante le preoccupazioni degli esperti, infatti, il territorio è caratterizzato da schiere di piccoli mammiferi che, solitamente, sono le prede preferite dei pitoni: segno che questi ultimi non hanno ancora preso il sopravvento, come accaduto altrove, ad esempio alle Everglades.

Tuttavia, gli scienziati vogliono tenere monitorata la situazione per evitare il peggio. Inavvertitamente, hanno trovato un metodo alquanto bizzarro – ma funzionale – per farlo. Ma facciamo un piccolo passo indietro. Un team di esperti sta lavorando da tempo ad un progetto volto a proteggere due specie di roditori in via di estinzione: si tratta del topo selvatico di Key Largo e del topo di cotone, le cui popolazioni sono costantemente a rischio. Per tutelare questi animali, si è deciso di tenere sotto controllo le famiglie di procioni e di opossum presenti sull’isola, in modo da scoprire se le specie fossero in competizione per il cibo.

Dunque, gli scienziati hanno posizionato dei collari con GPS sui piccoli mammiferi, così da monitorarli nelle loro scorribande a Key Largo. Non immaginavano che uno di essi li avrebbe condotti addirittura verso un gigantesco pitone birmano. L’esemplare in questione, infatti, ha catturato e stritolato l’opossum chiamato Prairie Dog, per poi inghiottirlo intero, assieme al collare tracciante che l’animaletto aveva al collo: gli esperti hanno potuto scoprire il punto esatto in cui il rettile si era rifugiato nelle settimane seguenti proprio grazie al localizzatore.

L’incredibile storia del pitone birmano

Lo scorso novembre 2022, dopo aver tracciato per settimane il segnale emesso dal collare di Prairie Dog, gli scienziati hanno trovato il gigantesco pitone. Si nascondeva sotto il substrato roccioso di Key Largo, mimetizzandosi alla perfezione con le foglie autunnali cadute a terra. “Ci vuole molta pazienza, sono incredibilmente difficili da trovare” – ha affermato Joe Redinger, specializzato in animali invasivi, che assieme a tre colleghi ha catturato l’esemplare. Dopo averlo estratto dal terreno, hanno scoperto che si trattava di un animale lungo quasi 4 metri e dal peso di poco meno di 30 kg.

Nei mesi successivi, i membri del team hanno dato la caccia ad altri pitoni. A gennaio hanno seguito il segnale proveniente dal collare di un procione, imbattendosi in un altro esemplare gigantesco, mentre a febbraio hanno tracciato l’allarme del collare di un opossum per poi ritrovare solamente un mucchietto di peli e un cumulo di feci di serpente. In quest’ultimo caso, gli scienziati hanno stimato che il pitone in questione doveva avere una lunghezza di quasi 5 metri. In futuro, continueranno a seguire la scia dei collari traccianti per individuare altri esemplari, sebbene l’obiettivo principale di tali strumenti fosse tutt’altro.

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