SCIENZA

Cosa fa brillare le stelle? A volte, può essere una rovina per gli astronomi

Chi non si è chiesto cosa fa brillare le stelle? La scienza dà una spiegazione pratica, svelando anche perché tale fenomeno può avere risvolti negativi

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Tutti, almeno una volta, ci siamo chiesti: cosa fa brillare le stelle? E ancora: quel tremolio di luce è solo poesia o nasconde qualcosa di più profondo? La scienza risponde con chiarezza: il fenomeno noto come scintillazione stellare non solo spiega perché le stelle brillano, ma rivela anche un lato oscuro, fatto di problemi per gli astronomi e distorsioni visive che complicano l’esplorazione dello Spazio. È il momento di scoprire il lato scientifico, e sorprendentemente pratico, di un fenomeno che sembra solo romantico.

Il segreto che fa brillare le stelle: una questione d’aria

Il caratteristico tremolio che osserviamo nelle notti serene ha una spiegazione fisica ben precisa. Il fenomeno della scintillazione stellare è causato dalla rifrazione della luce nell’atmosfera terrestre. In parole semplici, quando la luce delle stelle attraversa gli strati di aria terrestre, viene deviata a causa delle differenze di densità dei gas. Questo continuo cambio di traiettoria, dovuto alla turbolenza atmosferica, fa sì che la luce ci appaia instabile, creando quell’effetto scintillante che tanto affascina.

Se l’atmosfera fosse completamente omogenea e immobile, le stelle brillerebbero in modo stabile. Ma siccome l’aria è in continuo movimento, e con densità variabili, la luce viene distorta continuamente. Ed ecco spiegato perché le stelle brillano così, in modo apparentemente irregolare.

Quando i colori danzano nel cielo

Uno degli aspetti più sorprendenti dello scintillio stellare è il cambiamento di colore che, a volte, si può osservare, specialmente quando le stelle sono basse sull’orizzonte. Ciò avviene perché le diverse lunghezze d’onda (cioè i colori della luce) si rifrangono in modo differente. Una stella come Sirio, ad esempio, può apparire rossa, poi blu, poi verde in pochi secondi. Questo spiega anche perché le stelle cambiano colore e perché a volte vengano scambiate per oggetti volanti non identificati.

Il fenomeno è particolarmente marcato all’orizzonte, dove la luce stellare attraversa un tratto molto più lungo di atmosfera, aumentando così l’effetto di rifrazione e colorazione.

Non tutte le luci sono uguali: la differenza con i pianeti

È interessante notare che i pianeti non brillano allo stesso modo delle stelle. Questo perché, pur riflettendo la luce del Sole, appaiono nel cielo con un diametro apparente molto più grande rispetto alle stelle, che invece sono puntiformi. Si tratta di una differenza che fa sì che la turbolenza atmosferica abbia un impatto molto minore sulla luce dei pianeti. Il risultato? Una luce stabile, più simile a quella di una lampada fissa che a una scintilla.

Quando il brillare delle stelle diventa un problema per gli astronomi

Per quanto suggestivo, il fenomeno dello scintillio può creare brutte conseguenze per la ricerca astronomica. Durante le osservazioni con telescopi, la distorsione atmosferica rende le immagini sfocate, riducendo la precisione delle misurazioni. Gli oggetti deboli, come galassie lontane o pulsar, possono addirittura risultare invisibili.

Per combattere questo problema, gli scienziati hanno sviluppato tecnologie come l’ottica adattiva, che permette ai telescopi di correggere in tempo reale le distorsioni causate dall’atmosfera. Grazie a specchi mobili e sensori avanzati, oggi è possibile ottenere immagini nitide anche dalla Terra.

Non manca, ad ogni modo, un risvolto positivo: analizzando la scintillazione radio di segnali provenienti dallo Spazio, gli astronomi possono studiare il plasma interstellare, fino a scoprire strutture come la Bolla Locale, una vasta regione attorno al nostro Sole modellata da antiche supernove.

In conclusione, comprendere cosa fa brillare le stelle renderà chiaro a tutti che si tratta un fenomeno complesso, affascinante e ricco di implicazioni. In questo modo si può capire meglio il cielo e anche apprezzare le sfide e le meraviglie della scienza che lo studia.

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