Crisi climatica, scatta allerta inondazioni mortali in Europa secondo gli esperti
Sembra esserci un'effettiva correlazione tra cambiamento climatico e aumento di piogge estreme e inondazioni in Europa: i dati dello studio del WWA.
Come il cambiamento climatico indotto dall’uomo ha influito sulla probabilità e l’intensità delle forti precipitazioni che hanno portato alle gravi inondazioni verificatesi in Europa? A rispondere a questa domanda è stato un gruppo di ricercatori provenienti da Repubblica Ceca, Polonia, Austria, Paesi Bassi, Svezia, Francia e Regno Unito con uno studio pubblicato dal World Weather Attribution (WWA).
Gli ultimi eventi estremi causati da Boris
Appena pochi giorni fa in Emilia-Romagna (e non solo) si è verificata un’ultima alluvione che ha messo in ginocchio cittadini e trasporti. Si tratta di un evento provocato dalla tempesta Boris, il cui passaggio ha determinato intensissime piogge anche in altre parti dell’Europa centrale. Si contano danni ingenti e almeno 24 vittime.
Lo studio pubblicato lo scorso 25 settembre dal World Weather Attribution (WWA) ha provato a far luce sulla correlazione tra la crisi climatica e questi eventi: la “mano” dell’uomo e il conseguente riscaldamento globale ha “raddoppiato” le possibilità che si verifichino scenari simili. Pensate che quei quattro giorni di pioggia intensissima è il periodo più piovoso mai registrato nell’Europa centrale.
Lo studio del World Weather Attribution
I ricercatori del WWA, provenienti da diversi Stati europei, hanno calcolato il ruolo svolto dal cambiamento climatico in un evento meteorologico estremo come quest’ultimo, Boris appunto. Per farlo si sono concentrati su una regione che comprende Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, parti della Polonia, Germania, Romania e Ungheria e sui quattro giorni più colpiti (dal 12 al 15 settembre), confrontando questo scenario con quello simulato di un Pianeta con una temperatura più fredda di 1,3°C, nel quale non si producano emissioni di gas serra da almeno 200 anni.
Il risultato? “Tutti i modelli mostrano anche un aumento di intensità e probabilità, come previsto dai processi fisici in un clima in riscaldamento – si legge nel rapporto del WWA -. Il cambiamento combinato, attribuibile al cambiamento climatico indotto dall’uomo, è all’incirca un raddoppio della probabilità e un aumento del 7% dell’intensità“. E ancora: “In uno scenario di riscaldamento futuro in cui la temperatura globale è di 2°C superiore ai livelli preindustriali, i modelli climatici prevedono eventi di pioggia di 4 giorni ancora più intensi, con un ulteriore aumento previsto di circa il 5% nell’intensità delle precipitazioni e un ulteriore aumento del 50% nella probabilità rispetto ai giorni nostri”.
Numeri che, precisa il rapporto, potrebbero essere inferiori al reale “a causa della sottostima delle precipitazioni molto intense nei modelli climatici disponibili”.
“La tendenza è chiara. Se gli esseri umani continuano a riempire l’atmosfera con emissioni di combustibili fossili, la situazione sarà ancora più grave”, ha commentato Bogdan Chojnicki, scienziato del clima presso l’Università di Scienze di Poznań e coautore dello studio, come riporta il Guardian.
L’Europa si riscalda sempre più rapidamente
Come confermato dai dati di Copernicus, l’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente: gli ultimi cinque anni sono stati in media circa 2,3°C più caldi rispetto alla seconda metà del XIX secolo. Dunque diventano più frequenti e intense le ondate di calore ma anche le precipitazioni.
Negli ultimi decenni sono state messe in atto delle misure di protezione efficaci ma i ricercatori temono che con l’aumento delle temperature – quindi delle precipitazioni estreme – possano diventare inefficaci. “La gravità degli eventi alluvionali aumenterà considerevolmente in futuro, quindi se si mantengono le protezioni dalle inondazioni allo stesso livello attuale, gli impatti potrebbero diventare insopportabili per le società in Europa – ha spiegato Francesco Dottori dello IUSS di Pavia, come riporta la BBC -. Le nostre simulazioni mostrano che se si riesce a mantenere il futuro riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C, che è uno degli obiettivi dell’accordo di Parigi, allora i futuri danni causati dalle inondazioni saranno dimezzati rispetto allo scenario”.