SCIENZA

Decodificato un antico papiro e scoperta la prima versione di un vangelo sull'infanzia di Gesù

Sembrava insignificante, ma nascondeva qualcosa di eccezionale: un piccolo frammento di papiro appartiene alla più antica copia del Vangelo sull'infanzia di Gesù.

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Fonte: 123RF

Per decenni un piccolo frammento di papiro (P.Hamb.Graec. 1011, questo il suo numero di inventario) è rimasto conservato negli archivi della Biblioteca statale e universitaria Carl von Ossietzky di Amburgo. Nessuno lo aveva mai analizzato a fondo né tanto meno studiato, forse in modo un po’ superficiale. Insomma, gli esperti non gli avevano mai dato chissà quale importanza. Adesso, però, tutto è cambiato: un team di papirologi non solo lo ha decifrato ma ha anche scoperto che si tratterebbe della più antica copia mai scritta del Vangelo dell’infanzia di Tommaso.

Decifrato antico frammento di papiro

Non è stato chiaro sin da subito per quale ragione sia stato sottovalutato in questo modo, trattato alla stregua di un vecchio biglietto privato o di una lista della spesa ante litteram. Eppure quel piccolo frammento di papiro – catalogato col codice di inventario P.Hamb.Graec. 1011 – per tutti questi decenni ha celato una ricchezza che soltanto adesso, nel 2024, possiamo apprezzare.

Rimasto totalmente inosservato nella Biblioteca statale e universitaria Carl von Ossietzky di Amburgo sin dalla sua scoperta, ci hanno pensato i papirologi Lajos Berkes dell’Istituto per il Cristianesimo e l’Antichità della Humboldt-Universität zu Berlin e Gabriel Nocchi Macedo dell’Università di Liegi in Belgio a decodificarlo, giungendo alla conclusione che si tratti del resto della prima copia sopravvissuta del Vangelo dell’infanzia di Tommaso.

Come riporta il comunicato stampa diffuso dalla Humboldt-Universität zu Berlin, il frammento di papiro in questione risale al IV o al V secolo d.C. Ma cosa li ha spinti ad approfondirne l’analisi, considerato lo scarso interesse che aveva sempre suscitato negli esperti?

Tutto è partito da una parola: “Gesù”. Il piccolo documento che misura circa 11 x 5 centimetri riportava il nome del protagonista dei Vangeli ed è per tale ragione che hanno cominciato a decodificare il testo “lettera per lettera e si sono subito resi conto che non poteva essere un documento di tutti i giorni”. C’erano termini chiaramente riconducibili ad altri testi paleocristiani – “canto”, “ramo” per citarne due – e, nonostante la scrittura non fosse particolarmente raffinata – cosa che probabilmente ha portato a ritenerlo insignificante – è quasi certo che sia stato prodotto come “esercizio” in una scuola o in un monastero.

Tredici righe in lettere greche, circa 10 lettere per riga dalla “grafia goffa”, sono presto diventate parte di una scoperta emozionante: “Abbiamo notato per prima cosa la parola Gesù nel testo. Poi, confrontandolo con numerosi altri papiri digitalizzati, lo abbiamo decifrato lettera per lettera e ci siamo subito resi conto che non poteva essere un documento di tutti i giorni (…). Dal confronto con i manoscritti già conosciuti di questo Vangelo, sappiamo che il nostro testo è il più antico. Segue il testo originale, che secondo lo stato attuale delle ricerche è stato scritto nel II secolo d.C.“, si legge nel comunicato.

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La copia più antica del Vangelo dell’infanzia di Tommaso

Il Vangelo dell’infanzia di Tommaso è un’opera apocrifa – dal greco apokryphos ovvero “nascosto” -, termine che nella cristianità indica i testi al di fuori dal canone accettato delle scritture. Sono tutte storie che nell’antichità e fino al Medioevo venivano lette ed erano piuttosto popolari, storie che nel tempo hanno rischiato di andare perdute. Ma così non è stato e sarebbe stato altamente improbabile, del resto, visto l’interesse che i Vangeli apocrifi hanno sempre suscitato negli studiosi nonostante le rimostranze della Chiesa.

Questo piccolo frammento di papiro in particolare ha riportato alla luce un testo che racconta un episodio dell’infanzia di Gesù molto privato e personale: “Le poche parole del frammento mostrano che il testo descrive l’inizio della ‘vivificazione dei passeri’, episodio dell’infanzia di Gesù che è considerato il ‘secondo miracolo’ nel Vangelo apocrifo di Tommaso – si legge nel comunicato -: Gesù gioca al guado di un ruscello impetuoso e modella dodici passeri con la morbida argilla che trova nel fango. Quando suo padre Giuseppe lo rimprovera e gli chiede perché fa queste cose durante il santo sabato, Gesù di cinque anni batte le mani e dà vita alle figure di argilla”.

Mentre la nascita è già raccontata nei Vangeli canonici, questo è il “primo documento manoscritto che attesta in dettaglio l’infanzia di Gesù”. Berkes ha affermato che il frammento è “di straordinario interesse per la ricerca”.

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