SCIENZA

Qual è il destino finale del Sole? Ora abbiamo la risposta

Una singolare nebulosa che si trova a 4mila anni luce dal nostro pianeta può raccontarci molto di quello che sarà il destino finale del Sole

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Si è spento il Sole. Sono passati sessant’anni esatti da quando Adriano Celentano ha reso indimenticabile questa canzone, reinterpretata poi da altri artisti. Che cosa succederebbe se la nostra stella si spegnesse davvero? Di sicuro sarebbe una situazione da accompagnare con lo stesso tono malinconico del “molleggiato”.

Gli astronomi ne sanno molto di più grazie a una serie di indizi raccolti all’interno di una nebulosa davvero particolare, come emerso nel recente incontro dell’American Astronomical Society a Seattle. Si sta parlando della cosiddetta nebulosa “Farfalla” che si trova a 4mila anni luce dalla Terra e che deve il suo nome alle “ali” che la contraddistinguono.

Come potrebbe morire il Sole

Volendo essere ancora più precisi, la nebulosa che potrebbe raccontarci molto della fine del Sole si trova nel più profondo della costellazione dello Scorpione e rappresenta l’esempio perfetto di quello che accade alle stelle quando esauriscono il loro “carburante” e muoiono. Per oltre un secolo, gli astronomi si sono chiesti per quale motivo questa nube interstellare abbia assunto una forma tanto ben definita rispetto ad altre simili che si espandono nello Spazio. Mettendo a confronto due immagini del celebre telescopio Hubble (una del 2009 e un’altra del 2020), si è capito come è cresciuta nel tempo.

Un team di ricercatori ha identificato una mezza dozzina di “getti” ventosi molto intensi che soffiano dalla stella centrale della nebulosa e che sembrano aver agito in maniera caotica per migliaia e migliaia di anni. Gli stessi getti sono stati eruttati tra i 2300 e i 900 anni fa, spingendo la materia verso i bordi della nebulosa, il tutto a velocità rilevanti (circa 800 chilometri al secondo per la precisione). La materia più vicina alla stella centrale è scivolata verso l’esterno a un decimo di questa velocità, causando per l’appunto la caratteristica forma ad ali di farfalla. Cosa c’entra il Sole allora?

La forma della nebulosa che “prevede” il futuro del Sole

Le osservazioni ripetute del telescopio Hubble hanno consentito di immortalare un insieme di gas e polveri provenienti da una stella morente che in passato era praticamente identica al Sole. Non è comunque un fatto casuale. Alcune delle “composizioni” cosmiche più suggestive vengono a crearsi nel momento in cui le stelle agonizzano, proprio quando l’ultimo anelito di vita stellare contribuisce a formare le nebulose. Tra l’altro, la nebulosa di cui si sta parlando ricorda da vicino una farfalla, ma secondo altri esperti può essere considerata senza problemi una sorta di clessidra. C’è un altro dettaglio interessante che ha a che fare con questa zona dell’Universo e vale la pena di essere approfondito.

Quando la stella muore, come potrà avvenire in un lontano futuro nel caso del Sole, la temperatura è pari a 250mila gradi centigradi, un valore davvero impressionante. Quello che rimane della stella stessa, poi, viene nascosto da un nuvola di polveri, dunque per vederla brillare servono necessariamente i raggi ultravioletti. Intanto il lavoro che riguarda la nebulosa Farfalla non è affatto finito. Quelle formulate dagli astronomi sono soltanto delle ipotesi, credibili e affascinanti, ma mancano ulteriori ricerche per spiegare la metamorfosi della nube nel corso del tempo. Gli appassionati di questi argomenti rimangono in trepidante attesa di nuovi aggiornamenti.

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