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SCIENZA

Un misterioso Uovo di Drago nel cielo nascondeva una verità insospettabile

La nebulosa Uova di Drago nascondeva un mistero: nessuno capiva l'insolita differenza tra le due stelle al suo centro, ma ora è tutto chiaro

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Quante stranezze racchiude il nostro Cosmo? Quante esplosioni ed energie si annidano nelle profondità della volta celeste, e quanti misteri, nuovi e antichissimi, si celano al nostro sguardo? Probabilmente non avremo mai una risposta vera e completa a queste domande, ma possiamo dire che il genere umano sta lavorando senza sosta per cercare di dipanare la matassa (o almeno una parte).

Una delle più interessanti scoperte in merito riguarda un misterioso Uovo di Drago, che brillava nel cielo pronto per essere schiuso. No, dimenticate la dinastia Targaryen e House of Dragon: l’uovo di cui stiamo parlando è in realtà una nebulosa, a lungo studiata da astronomi e astrofisici che non riuscivano a comprendere una delle sue caratteristiche più particolari.

L’Uovo di Drago e il suo mistero

Ebbene sì, perché quando questa nebulosa è stata avvistata (a circa 3.800 anni luce dalla Terra) gli studiosi sono rimasti davvero colpiti dalla singolarità del suo sistema, composto da due stelle massicce che orbitano l’una intorno all’altra. La durata dell’orbita è di circa 26 anni ed entrambe sono di dimensioni enormi: una ha una massa 29,9 volte più grande del Sole, mentre l’altra supera in grandezza di 26,6 volte la nostra massa.

Secondo le attuali teorie della fisica, entrambe sono così massicce da essere destinate a diventare dei buchi neri ed è proprio per questo che un team di studiosi del KU Leuven Institute of Astronomy in Belgio, capitanato dalla dottoressa Abigail Frost, ha deciso di analizzarle a fondo: la coppia di stelle (che prende il nome di HD 148937) non rispecchia delle caratteristiche comuni e il fatto che una nebulosa le circondasse ha incuriosito ancora di più gli scienziati.

La nebulosa e le due stelle massicce

Infatti «una nebulosa che circonda due stelle massicce è un evento raro – afferma la dottoressa Frost nel suo studio pubblicato su Science – e ci ha fatto pensare che qualcosa di strano o interessante doveva essere accaduto in questo sistema. Non avevamo idea, però, di ciò che avremmo scoperto». Sì, perché andando a fondo negli studi, il team si anche accorto dell’elevata presenza di azoto, carbonio e ossigeno nella nebulosa, elementi che di solito sono confinati all’interno delle stelle e non si trovano nei loro dintorni.

È così che hanno avuto l’intuizione, poi confermata: la coppia di corpi celesti non appare come dovrebbe ed è circondata dalla nebulosa perché un tempo le stelle erano tre. Due delle stelle originali si sono fuse, creando non solo l’Uovo di Drago che le ospita, ma anche lo strano sistema a due stelle massicce, per sempre legate in una suggestiva danza gravitazionale. Per risolvere l’enigma la dottoressa Frost e il suo team hanno analizzato nove anni di dati osservativi raccolti con il Very Large Telescope dell’ESO e con il telescopio da 2,2 metri dell’MPG/ESO, caratterizzando dettagliatamente le stelle e la loro orbita.

Una soluzione a tutte le stranezze

La fusione di due stelle risponderebbe a tutte le stranezze. Per esempio, spiegherebbe come mai la stella più grande sembra avere un campo magnetico, il che è insolito per stelle di queste dimensioni. Giustifica inoltre la differenza d’età: se facessero parte di un sistema binario canonico, infatti, le due stelle dovrebbero avere più o meno lo stesso numero di anni, ma l’analisi della composizione chimica suggerisce che la stella più grande è più giovane di circa 1,4 milioni di anni rispetto alla più piccola.

In più, la nebulosa ha un’età stimata di circa 7.500 anni, il che è strano perché di solito queste nebulose si formano intorno a stelle morenti, mentre le stelle in questione sono ancora nella loro fase di vita attiva. Dunque, la risposta finale è che ciò che è accaduto è che le due delle tre stelle originarie si sono fuse in passato, rilasciando materiale nello spazio circostante e creando la nebulosa. La stella rimasta ha formato un nuovo sistema binario con quella fusa, dando origine al sistema osservato oggi. La cosa più importante di questa scoperta? Potrebbe essere la prima prova convincente che le fusioni stellari creano campi magnetici intorno alle stelle massicce.