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Entra con SPID: che succede il 5 gennaio

Una banale questione tecnica, a cavallo delle festività natalizie, potrebbe impedire l'accesso ai siti della pubblica amministrazione a migliaia di cittadini

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Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) rappresenta oggi uno dei pilastri portanti nel rapporto tra i cittadini italiani e la Pubblica Amministrazione. Introdotto con l’obiettivo di semplificare e digitalizzare l’accesso ai servizi online, lo SPID oggi è diffusissimo: oltre 39,3 milioni di identità rilasciate, più di 18.762 amministrazioni accessibili con SPID.

Per questo motivo non andrebbe sottovalutata la comunicazione ufficiale inviata dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) a tutti gli enti locali italiani e ai privati che utilizzano lo SPID come metodo di autenticazione per l’accesso online ai servizi offerti ai cittadini.

La comunicazione è relativa ad una questione tecnica assolutamente banale e di routine ma che, se sottovalutata, potrebbe impedire a migliaia e migliaia di italiani di autenticarsi online.

SPID Infocert: certificato scaduto

L’AGID ha comunicato che i metadati del certificato del gestore di identità digitali Infocert (uno dei tanti Identity Provider accreditati del sistema SPID) sono in scadenza al 5 gennaio 2025. Niente di strano e niente di preoccupante: tutti i metadati, di tutti i provider, scadono e vanno aggiornati a cadenze regolari.

La questione si risolve con poche e banali operazioni sui siti web di accesso di ogni singolo ente pubblico (e dei privati) che fanno accedere con SPID.

I siti di 18.000 enti, quindi, vanno aggiornati altrimenti, dal 5 gennaio in poi, chi ha uno SPID Infocert non riuscirà ad accedere.

Il problema, in questo caso, sta tutto nel periodo in cui tali operazioni vanno compiute: a cavallo delle festività natalizie, quando è più probabile che i tecnici dei fornitori di servizi della PA siano in ferie.

Per questo motivo l’AGID sta mettendo fretta agli enti:

I siti internet delle pubbliche amministrazioni e dei privati che utilizzano il Sistema Pubblico di Identità Digitale per permettere l’accesso ai propri servizi devono aggiornare al più presto il pulsante “entra con Spid”.

Se SPID si blocca c’è la CIE

L’auspicio, quindi, è che tutti i siti interessati da questo “problema” (le virgolette sono d’obbligo) vengano aggiornati in fretta. Ma, anche nel caso in cui qualche sito non dovesse essere aggiornato, il cittadino avrebbe comunque un’alternativa: la CIE.

La Carta d’Identità Elettronica, infatti, non è rilasciata da soggetti privati che necessitano di certificati e di metadati, ma direttamente dal Ministero dell’Interno, motivo per cui continuerà a funzionare come sistema di autenticazione anche in caso di blocco dello SPID.

Diremo addio allo SPID

C’è un altro ottimo motivo per iniziare a fare pratica con la CIE: non è assolutamente scontato che in futuro potremo continuare ad usare lo SPID.

Il Governo Italiano, infatti, è notoriamente contrario al mantenimento di due sistemi paralleli di identificazione online (tre, se consideriamo anche la CNS) e, di sicuro, preferisce quello di Stato, cioè la CIE.

Il finanziamento per la convenzione con i provider di SPID è stato rinnovato nel 2023 con ulteriori 40 milioni di euro, ma la convenzione stessa scadrà a primavera 2025 e, molto probabilmente, non verrà rinnovata.

Il 2025, quindi, potrebbe essere l’ultimo anno di vita per lo SPID.

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