SCIENZA

È esplosa una meteora, dentro hanno trovato un cristallo mai visto prima

Nel 2013 è esplosa una meteora in Russia e a distanza di quasi un decennio alcuni ricercatori hanno notato un cristallo mai visto prima nei frammenti

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Fonte: The European Physical Journal Plus

Gli scienziati e i ricercatori sanno benissimo che le novità assolute sono sempre dietro l’angolo, soprattutto quando si ha a che fare con lo spazio. Ne è una chiara testimonianza il cristallo appena scoperto in seguito all’esplosione di una meteora. Si sta parlando di polvere di meteorite che era in perfette condizioni e che si è formata poco meno di un decennio fa.

Era il 15 febbraio del 2013, infatti, quando nella cittadina russa di Chelyabinsk un asteroide di 18 metri di diametro si frantumò nell’atmosfera terrestre, spargendo la località stessa di piccoli meteoriti, fortunatamente inoffensivi. Di asteroidi passati in prossimità della Terra si parla spesso, ma quello russo è stato protagonista di un primato, la più grande esplosione del genere dal 1908.

Secondo quanto riferito dalla NASA, l’evento ha avuto una potenza 30 volte superiore rispetto alla bomba atomica che ha devastato Hiroshima nel 1945. A distanza di nove anni, alcuni ricercatori del posto si sono messi ad analizzare minuscoli frammenti di roccia spaziale, per l’appunto la polvere di meteorite. Di sicuro sono stati molto fortunati, visto che normalmente i frammenti in questione si disperdono nel vento oppure cadono nell’acqua. In questo caso, invece, c’era un’insolita abbondanza, con la neve della città russa che ha fatto il resto, intrappolando i campioni. Tra i granelli era appunto incastonato il cristallo mai visto prima, tra l’altro dalle forme molto particolari.

Caratteristiche uniche

Come spiegato dai ricercatori, il cristallo che rappresenta una novità assoluta si presenta come una conchiglia quasi perfettamente sferica oppure come un’asta esagonale. Gli esperti hanno parlato senza mezzi termini di “peculiarità morfologiche uniche”, a testimonianza del fatto che si è scritta una nuova pagina storica nell’ambito dei cristalli. Sulla Terra arriva di continuo materiale spaziale proveniente da altri mondi, nel caso dell’asteroide di Chelyabinsk invece non è ancora chiaro da dove provenisse. Si sa ora che i cristalli di cui era composto erano in “buona compagnia”, dato che sono stati ritrovati anche strati di grafie. Le ipotesi al vaglio sono due.

Le spiegazioni possibili

Gli scienziati sono convinti che il cristallo misterioso non possa che essersi formato in un nanocluster, materiali cristallini atomicamente precisi che spesso esistono su scala 0-2 nanometri. Potrebbe trattarsi di buckminsterfullerene (C60), una palla di atomi di carbonio simile a una gabbia, oppure di poliesacicloottadecano (C18H12), una molecola composta da carbonio e idrogeno. Tornando a parlare dell’impatto che ha dato origine a tutto questo, si può ricordare come sia ben documentato grazie a diversi filmati che mostrano scie luminose inequivocabili.

In base a quanto raccontato dai residenti, prima dell’esplosione ci sarebbe stata una palla di fuoco che avrebbe percorso rapidamente il cielo, fino al boato finale. L’agenzia spaziale russa ha classificato la meteora come un oggetto spaziale in grado di viaggiare a una velocità superiore ai 30 chilometri al secondo. La velocità di entrata in atmosfera, invece, sarebbe stata di 15-20 chilometri al secondo, con un rilascio di energia pari a 500 chilotoni. I siti dell’impatto sono stati tre, due nei pressi di un lago e un altro vicino alla città di Zlatoust. Uno dei frammenti è stato capace di creare un cratere del diametro di ben sei metri, senza dimenticare quello ripescato nel lago, vicino ai 6 quintali di peso.

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