SCIENZA

Forse sul colore delle strisce della zebra ci siamo sempre sbagliati

Quali sono esattamente i veri colori della zebra? Sulla disposizione delle strisce abbiamo sempre sbagliato per un motivo ben preciso

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È di sicuro uno degli animali più rappresentativi e riconoscibili della Savana, oltre che una presenza fissa degli zoo di tutto il mondo. La zebra affascina da sempre per il suo “portamento” elegante, ma anche e soprattutto per la caratteristica principale, il manto a strisce bianche e nere. Proprio questo dettaglio merita un approfondimento su cui spesso non ci si sofferma.

Come sono distribuite queste stesse strisce? Non è una domanda di poco conto: bisogna infatti capire se l’animale è bianco con delle righe nere oppure nero con le righe bianche. La risposta al quesito sembra semplice, anche perché se si osserva esattamente una zebra ci si accorge che il colore predominante è il bianco. Dilemma risolto? Neanche per sogno.

Una zebra completamente nera

Nel caso della zebra, l’apparenza inganna. Il bianco è di sicuro prevalente, ma gli zoologi sono sempre più convinti che questo mammifero sia nero con delle strisce bianche. Il motivo è presto detto. Dopo decenni di studi e indagini, gli esperti sono giunti alla conclusione che gli antenati dell’animale fossero completamente neri o per lo meno con un manto scuro. Le righe bianche sarebbero invece apparse molto più tardi, nel corso dell’evoluzione dunque. Anche in questo caso c’è una ricostruzione davvero particolare.

Le strisce bianche su manto nero della zebra non sono altro che la conseguenza di una strategia di difesa ben precisa. L’animale che popola la Savana, infatti, si riesce a proteggere meglio in questa maniera dagli insetti, tafani in particolare. Questa specie è piuttosto pericolosa visto che si nutre del sangue del mammifero, trasmettendogli malattie molto gravi. Il bianco tende ad attirare meno gli ospiti indesiderati e nel corso del tempo sono stati proprio gli esemplari nati da un incrocio di colori a sopravvivere meglio alle epidemie. L’utilità delle strisce riguarda anche altre abitudini che hanno questi meravigliosi animali, come hanno avuto modo di accertare gli zoologi di tutto il mondo.

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L’utilità delle strisce di una zebra

In base a una teoria scientifica molto accreditata, le righe bianche e nere non sarebbero altro che un meccanismo perfetto di mimetizzazione. Secondo altri esperti, invece, si tratta di una caratteristica fondamentale per agevolare l’interazione sociale tra una zebra e l’altra: in pratica, questo dettaglio aiuta i vari esemplari a distinguersi l’uno dall’altro. Le striature, poi, sarebbero strategiche per aiutare le zebre a rimanere unite e compatte in branco in caso di attacco da parte di un predatore che verrebbe in questo modo confuso. Sopra si è parlato di un antenato, ma chi è esattamente? L’analisi genetica non ha lasciato spazio ad alcun dubbio.

Prima della zebra, c’era il quagga, una specie ormai estinta che ha mostrato di avere molto più da spartire con le zebre di montagna rispetto ai cavalli. I due animali, infatti, avevano di sicuro un mammifero in comune, vissuto per la precisione fra i 3 e i 4 milioni di anni fa. Un tempo il quagga popolava il Sudafrica e si distingueva da tutte le altre zebre per via del fatto che le strisce bianche e nere si trovavano soltanto sul dorso e la pancia, ma non sulle zampe.

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