SCIENZA

Ecco dove si trova il giacimento d'oro più grande d'Italia

C'è un luogo in Italia che è una vera miniera d'oro, nel senso letterale del termine: qui si trova uno dei giacimenti più grandi (ormai caduto in disuso).

Pubblicato:

In Italia c’è un luogo che è una vera miniera d’oro. Nel senso letterale del termine. Siamo nel Monte Rosa dove in passato l’attività di estrazione di questo prezioso metallo è stata fiorente (si parla di decine di tonnellate). Oggi tutto ciò non avviene più, nonostante si stimi che proprio in quell’area continui a esistere uno dei giacimenti d’oro più grandi d’Italia (e d’Europa).

Sul Monte Rosa c’è il giacimento d’oro più grande d’Italia

Più che di giacimento sarebbe corretto parlare di distretto aurifero, perché a essere interessata è un’area piuttosto estesa del Monte Rosa che comprende anche le valli adiacenti, in particolare la valle Antrona e la valle Anzasca. Quest’ultima con un’estensione di almeno 20 chilometri quadrati e con circa 60 chilometri di gallerie si stima sia addirittura uno dei giacimenti più grandi d’Europa.

È ancora la valle Anzasca a detenere un primato: come confermano alcuni ritrovamenti, già i romani vi estraevano l’oro migliaia di anni fa, raccogliendolo principalmente dai fiumi e nei giacimenti secondari: “All’epoca si ricavava l’oro grazie alle aurofondine, strumenti che muovevano grandi masse di sabbia e la setacciavano permettendo di individuare le pagliuzze d’oro”, ha spiegato a Linkiesta il geologo Paolo Garofalo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna.

L’oro è un materiale dall’aspetto unico che sin dalla notte dei tempi ha attirato l’attenzione dell’uomo. Non è un caso che la sua ricerca e il suo utilizzo abbiano rappresentato nel tempo un’attività tanto importante. I giacimenti si formano essenzialmente dalla frattura delle rocce, al cui interno circolano fluidi caldi che pian piano si depositano. In questi fluidi è presente, appunto, anche l’oro, che generalmente si accompagna a minerali ricchi di zolfo e arsenico, come pirite e arsenopirite.

Per restare aggiornato sulle ultime news di Libero Tecnologia e sulle migliori offerte del giorno, ti consigliamo di iscriverti al nostro canale Telegram: basta cliccare qui.

Perché in Italia non si estrae più oro

Alla luce dei dati disponibili, vien da chiedersi come mai in Italia, proprio laddove si trovano giacimenti di grandi dimensioni e persino tra i più estesi d’Europa, ormai non si estragga più il prezioso metallo. Facendo un balzo all’indietro nel tempo, l’attività di estrazione è iniziata tra il 1.200 e il 1.300, salvo poi prendere quota intorno alla seconda metà del 1.700. È nel 1.800 che, però, si raggiunse una produzione di alto livello (si parla di circa 200 kg di oro all’anno), finché alla fine del secolo cominciò a diminuire.

Tutto è dipeso dal fatto che l’estrazione dell’oro diventava via via sempre più difficile da un punto di vista pratico, oltre che estremamente costosa dal punto di vista dei trasporti. Nel mezzo vi sono state le due Guerre Mondiali e in particolare un incidente che ha determinato la definitiva battuta d’arresto dell’attività di estrazione. Quando nel 1961 quattro operai persero la vita, durante la gestione della Ammi (Azienda Minerali Metallici italiani), a causa delle scarse condizioni di sicurezza sul lavoro, l’impianto di Pestarena della valle Anzasca venne chiuso senza possibilità di ritorno.

Nel Monte Rosa e nelle valli a esso adiacenti continuano a esistere questi grandi giacimenti d’oro che per decenni sono stati una grande fonte di investimento e guadagno. “Di oro, qui nelle miniere, ce n’è ancora ma non conviene investire nell’estrazione: tra investimento iniziale, costo del lavoro e prevenzione diventa impossibile”, ha spiegato a Linkiesta l’attuale proprietario di una di queste miniere, quella della Macugnaga, Riccardo Bossone, proprietario della miniera d’oro di Macugnaga, nota anche con il nome di Miniera della Guia.

Non conviene da un lato per via delle difficoltà logistiche e dei conseguenti costi esorbitanti (molte miniere si trovano a circa 2.000 metri di quota), dall’altro per via del valore di mercato del prezioso metallo (sempre altalenante). E, infine, perché nonostante le dimensioni i “numeri di estrazione e di produzione dell’oro, raccontano di giacimenti complessivamente poveri, per quanto grandi. La quantità d’oro estratto nella zona delle Alpi occidentali, nella storia, rientra nell’ordine delle venti o trenta tonnellate. Sembrano numeri enormi, ma sono imparagonabili alle miniere del Canada o dell’Alaska che hanno estratto diverse decine di tonnellate d’oro in più”.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963