Entro il 2030 l'intelligenza artificiale genererà 170 milioni nuovi posti di lavoro, ma 92 milioni sono a rischio
Entro il 2023 milioni di lavoratori rischiano di perdere il posto e di essere sostituiti dall'Intelligenza Artificiale. La buona notizia è che ci saranno più opportunità per chi si aggiorna
Secondo un Rapporto del World Economic Forum sul futuro dell’occupazione, pubblicato a gennaio 2025, si prevede che nei prossimi cinque anni l’intelligenza artificiale genererà 170 milioni nuovi posti di lavoro a livello globale, mentre 92 milioni potrebbero essere a rischio, portando a un saldo netto positivo di 78 milioni di nuove posizioni.
Il Future of Jobs Report 2025, ha di fatto analizzato come l’intelligenza artificiale (IA) e le trasformazioni tecnologiche stanno influenzando il mercato del lavoro globale, facendo luce su uno scenario che pone una grande sfida: la necessità urgente di aggiornare e migliorare le competenze dei lavoratori per affrontare questi cambiamenti.
Intelligenza Artificiale e futuro del lavoro
Il futuro del lavoro sarà sempre più influenzato dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) e l’avanzare delle tecnologie emergenti. Nel dettaglio, secondo i dati forniti dal World Economic Forum (WEF), il 50% delle imprese e aziende prevede di ridurre la propria forza lavoro a causa dell’adozione di tecnologie come l’AI, che automatizzeranno compiti precedentemente svolti da esseri umani. Si tratta di un’ampia fetta di posti di lavoro a rischio, circa 92 mila nei prossimi 5 anni.
Entro il 2030 infatti, secondo gli esperti, assisteremo infatti a una rivoluzione a livello occupazionale. La buona notizia, però, è che a fronte di tanti impieghi destinati a scomparire (o per lo meno a diventare sempre meno indispensabili), altre nuove opportunità ci saranno per chi si forma e apprende nuove competenze nel settore tecnologico. La diffusione dell’intelligenza artificiale porterà infatti alla creazione di 170 milioni nuovi posti di lavoro in tutto il mondo.
I lavori più a rischio
Molti dei lavori a rischio sono legati a compiti ripetitivi e a bassa specializzazione, che possono essere facilmente automatizzati dalle tecnologie IA. Ad esempio, i settori manifatturiero e logistico, che si basano su operazioni meccaniche e di routine, vedranno una crescente perdita di posti di lavoro. L’automazione dei magazzini, la robotizzazione nella produzione e l’uso dell’intelligenza artificiale per il controllo qualità sono già una realtà in molte industrie.
Inoltre, anche le professioni legate alla gestione dei dati e a compiti amministrativi – come assistenti amministrativi, data entry e operatori di call center – sono tra quelle che subiranno una riduzione di occupazione a causa dell’intelligenza artificiale, che sarà in grado di svolgere queste mansioni in modo più rapido e preciso.
Mentre alcune professioni scompariranno, però, altre prenderanno piede, soprattutto in settori legati alle tecnologie emergenti. Vediamo quali
Lavori in crescita e nuove opportunità
Secondo il rapporto WEF, le professioni più in espansione nei prossimi anni sono quelle legate alla tecnologia, ai dati e all’IA. Infatti, già oggi i lavori nei settori della tecnologia avanzata, come l’ingegneria energetica rinnovabile e l’intelligenza artificiale, stanno guadagnando sempre più importanza.
Le competenze in IA, big data, e cybersecurity sono tra quelle che vedranno un incremento della domanda maggiore. In particolare, il programmatore, il data scientist, e l’esperto di cybersecurity sono figure professionali che diventeranno sempre più centrali, alimentando la crescita di lavori altamente qualificati legati al monitoraggio, allo sviluppo e alla gestione delle tecnologie emergenti.
Inoltre, l’adozione dell’intelligenza artificiale richiederà una forte sinergia tra competenze tecnologiche e competenze umane. Le skills trasversali legate alla leadership, alla gestione dell’innovazione, e alla collaborazione interdisciplinare saranno sempre più centrali per le aziende, che dovranno integrare la tecnologia con competenze sociali ed emotive. Ad esempio, il manager di trasformazione digitale e il responsabile della resilienza organizzativa saranno ruoli cruciali per supportare le aziende nel processo di adattamento alle nuove tecnologie.
La sfida della riqualificazione
Il rischio di disoccupazione a causa dell’automazione potrebbe essere mitigato attraverso la riqualificazione dei lavoratori. Per mantenere l’occupazione a saldo positivo (considerando che a fronte di 92 milioni di lavori a rischio altri 170 milioni di opportunità nasceranno) bisogna adattarsi. Entro il 2030, si stima che 59 lavoratori su 100 necessiteranno di upskilling o reskilling per adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Tuttavia, il WEF ha sottolineato che c’è la possibilità che circa 11 persone su 100 potrebbero non ricevere la formazione necessaria, rischiando così di essere esclusi dalle opportunità offerte dai nuovi lavori.
La sfida sarà preparare adeguatamente i lavoratori, garantendo che le transizioni nel mercato del lavoro siano gestite in modo inclusivo e che vengano adottate politiche adeguate per preparare i lavoratori a un futuro in cui l’IA non solo cambierà il modo di lavorare, ma genererà anche nuove opportunità.