Libero
SCIENZA

L'intelligenza artificiale sta consumando un'enorme quantità di energia: cosa si rischia ora

L'intelligenza artificiale sta consumando quantitativi di energia assurdi e i dati sono ancora parziali, dato il silenzio delle big tech: ecco l'allarme

Pubblicato:

L'intelligenza artificiale sta consumando un'enorme quantità di energia: cosa si rischia ora Fonte foto: 123RF

Una nuova analisi svela come l’intelligenza artificiale consumi sempre più energia. Su scala globale l’impatto è notevole. Un quadro preoccupante, che resta tra l’altro incompleto a causa della mancanza di totale trasparenza da parte delle big tech.

L’IA consuma quanto la Svizzera

Sulla rivista Joule è apparso uno studio che sottolinea come l’intelligenza artificiale assorba oggi fino al 20% dell’energia sfruttata dai data center, su scala globale. Potrebbe arrivare a sfiorare il 50% entro la fine del 2025. Ciò senza includere nel conteggio il consumo associato al mining di bitcoin.

La firma è di Alex de Vries-Gao, analista e fondatore di Digiconomist. Questa piattaforma si occupa di monitorare l’impatto ambientale delle tecnologie digitali. Stando alle stime, l’IA potrebbe consumare fino a 82 terawattora di elettricità nel corso di quest’anno. Per capire di quanto stiamo parlando, si tratta della domanda di un Paese come la Svizzera nell’arco di 12 mesi.

Considerando l’espansione dell’IA generativa, la cifra indicata potrebbe soltanto peggiorare. Ecco le parole di de Vries-Gao: “Questo fenomeno sta crescendo molto più rapidamente del bitcoin, ed è una minaccia ben più grande in termini ambientali”.

Emissioni in crescita

Di fatto gli obiettivi che le big tech hanno fissato, sospinte dal mondo politico e dall’opinione pubblica, sono chiaramente compromessi dall’esplosione dell’intelligenza artificiale. Google ha registrato un aumento delle emissioni di gas serra del 48% rispetto al 2019.

Ha riconosciuto ufficialmente (sustainability report 2024) che l’adozione dell’IA sta rendendo più difficile la riduzione delle emissioni entro il 2030, come prefissato.

L’allarme giunge anche dall’International Energy Agency. Nel 2024 i data center hanno rappresentato, di fatto a metà anno, l’1,5% del consumo globale di energia (circa 415 TWh). Entro il 2030 potrebbero consumare 900 TWh, alimentati in gran parte dall’IA.

Come detto, però, si tratta di dati parziali, considerando come le grandi compagnie tecnologiche non condividano documenti dettagliati sul consumo dei modelli e delle infrastrutture. Lo studio in questione ha dovuto giocare d’astuzia, adottando un approccio alternativo: partire dalla produzione di hardware, in particolare dai dati connessi alla Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), leader globale nella produzione di chip avanzati per Nvidia, Google e AMD.

Trasparenza necessaria

Nonostante l’uso di dati pubblici, specifiche tecniche e report finanziari, l’autore ha ammesso come molte variabili chiave, come l’effettivo tasso di utilizzo dei chip IA, restino ignote. Anche Sasha Luccioni, ricercatrice presso Hugging Face, invita alla cautela: “Gli errori di stima possono essere enormi, proprio perché le aziende non condividono i dati. Se pubblicassero quello che Google rese noto nel 2022, potremmo avere un’idea molto più chiara”.

Quell’anno la compagnia ammise che l’apprendistato automatico rappresentava il 10-15% del proprio consumo totale di energia. In seguito non ha però offerto nuovi aggiornamenti sulle cifre.

È unque impossibile valutare realmente l’impatto dell’IA sull’ambiente. In parole povere, i consumi dei large language model e dei supercomputer, su cui si basano le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, non sono sostenibili senza una chiara strategia atta a mitigarne il consumo.