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L'intelligenza artificiale minaccia l'occupazione femminile: 26 milioni di posti lavoro a rischio

Le donne hanno il 41% in più di probabilità di essere sostituite dall'Intelligenza artificiale: sono 26 milioni le lavoratrici che rischiano di essere rimpiazzate.

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Fonte: 123RF

L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) e dell’automazione sta trasformando radicalmente il mercato del lavoro, con implicazioni significative per l’occupazione femminile. Diversi report recenti, infatti, evidenziano come, tra tutti, proprio le donne sono più esposte a queste trasformazioni, principalmente a causa della loro concentrazione in settori e ruoli più suscettibili all’automazione.

Settori a rischio

L’avanzata dell’intelligenza artificiale (IA) e dell’automazione sta trasformando il mercato del lavoro, con un impatto significativo sulle lavoratrici. Secondo il report Building Tomorrow’s Workforce: Inclusive Skills Development in the Age of AI, pubblicato da Code First Girls e Tech Talent Charter, le donne hanno il 40% in più di probabilità rispetto agli uomini di subire una sostituzione lavorativa a causa dell’automazione.

Le donne sono quindi particolarmente esposte al rischio di sostituzione lavorativa a causa dell’intelligenza artificiale (IA) e dell’automazione. Secondo un rapporto del Fondo Monetario Internazionale, si stima che nei prossimi due decenni circa 26 milioni di posti di lavoro femminili in 30 paesi (28 membri dell’OCSE, Cipro e Singapore) siano ad alto rischio di essere automatizzati, con una probabilità superiore al 70%

Questo fenomeno è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui la tipologia di impieghi in cui sono prevalentemente occupate e i bias che influenzano lo sviluppo delle tecnologie di IA.

Prima di tutto, basti pensare che settori come la sanità, l’istruzione e l’amministrazione, in cui le donne sono fortemente rappresentate, sono tra quelli più esposti alle trasformazioni dell’IA. Inoltre, molte dipendenti si occupano di compiti di supporto e attività amministrative di routine, come la scrittura di documenti e il miglioramento dei processi interni, che l’intelligenza artificiale è già in grado di eseguire con efficienza.

A pesare è sopratutto la discriminazione di genere, in questo caso. Per esempio, in Italia, secondo un report INPS pubblicato il 24 febbraio 2025, anche se le donne hanno superato gli uomini sia tra i diplomati (52,6% secondo i dati aggiornati al 2023) sia tra i laureati (59,9% secondo i dati aggiornati al 2023), questa superiorità nel percorso di studi non si è tradotta in una maggiore presenza nelle posizioni di vertice nel mondo del lavoro. Infatti: appena il 21,1% dei dirigenti è donna, mentre tra i quadri il genere femminile rappresenta solo il 32,4%.

Il World Economic Forum ha segnalato nel 2023 che le donne rappresentano solo il 29% della forza lavoro nei settori scientifici e tecnologici, e la maggior parte di loro occupa ruoli di livello base con scarse opportunità di avanzamento.

Strategie per un futuro più equo

Per garantire un futuro del lavoro più inclusivo, è necessario adottare politiche mirate, tra cui:

  • investire nella formazione digitale per garantire che le lavoratrici possano acquisire competenze richieste dai nuovi mercati del lavoro;
  • promuovere la diversità nel settore tech e aumentare la presenza femminile nei ruoli di sviluppo tecnologico, questo ridurrebbe il rischio di bias nell’IA e favorirebbe una progettazione più inclusiva degli strumenti di automazione;
  • sostenere la transizione professionale attraverso politiche di sostegno alle lavoratrici che vogliono spostarsi verso settori meno esposti all’automazione.

Se l’automazione rappresenta una sfida, l’investimento nella formazione e nella diversità può trasformarla in un’opportunità. Con strategie mirate, è possibile garantire che il progresso tecnologico non escluda, ma rafforzi la presenza femminile nel mondo del lavoro.

Senza un intervento adeguato, il rischio è che l’IA amplifichi le disparità esistenti invece di contribuire a ridurle.

Tenendo conto di questo trend, proprio recentemente UN Women, ente delle Nazioni Unite che si occupa di uguaglianza di genere e emancipazione delle donne, ha sottolineato come stia diventando sempre più importante sviluppare strategie per garantire che la trasformazione digitale, inclusa l’intelligenza artificiale, favorisca l’uguaglianza di genere invece di rafforzare le discriminazioni esistenti.

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