L'Italia ha raggiunto lo "zero termico": cosa vuol dire e quali sono i rischi
L'Italia ha raggiunto lo zero termico a 5.298 metri: si tratta del valore più alto registrato dal 1954 a oggi, che segna un record negativo e preoccupa gli esperti
Non si tratta di allarmismo, di complottismo o di chissà quale altra tesi priva di prove a supporto: si tratta di numeri, che con la loro semplicità ed eloquenza ci dicono che sì, l’Italia ha collezionato un nuovo record negativo raggiungendo lo zero termico a un livello di altitudine pari a 5.328 metri d’altezza. I meno informati potranno rimanere un po’ perplessi, probabilmente pensando che è ovvio che a un’altezza così elevata si parli di temperature che si aggirano attorno allo zero.
In realtà, però, con le parole zero termico non si indica solo le temperatura che si attesta sullo zero, ma un insieme di fattori che formano un dato meteorologico fondamentale, in grado di restituire importanti indicazioni su quelli che sono i cambiamenti climatici attualmente in corso.
Zero termico, che cos’è?
Lo zero termico, come abbiamo detto, indica una serie di fattori. Quali per la precisione? Lo stato di salute dei ghiacciai, del manto nevoso e le loro prospettive/tempi di scioglimento. Fondamentalmente si tratta di un indicatore che viene tenuto in grande considerazione quando si parla di cambiamento climatico e riscaldamento globale, perché registra l’altitudine alla quale la temperatura nella libera atmosfera è o diventerà di zero gradi Celsius.
Sopra l’altitudine contrassegnata con lo zero termico, la temperatura diventa inferiore allo zero mentre sotto, chiaramente, i gradi si alzano, a meno che non si verifichi un’inversione termica. Per calcolare lo zero termico occorre mettere in relazione l’isoterma (costanza nel tempo della temperatura presentata da un corpo o rilevata nel corso di un fenomeno) e l’altezza geopotenziale.
Il record negativo in Italia
Ma torniamo adesso all’Italia. Perché lo zero termico registrato è un record negativo? Semplice: l’altitudine di 5.328 metri dovrebbe essere di molto inferiore allo zero, ed è per questo che è il dato è allarmante. Registrato dalla stazione di radiosondaggio Novara Cameri, a nord-est di Cuneo in Piemonte, il dato è impressionante perché dal 1954 (data di inizio delle misurazioni della stazione succitata) non si era mai presentato agli esperti un valore così elevato.
Secondo gli esperti, lo zero termico in Italia dovrebbe attestarsi intorno ai 3.000-3.200 metri d’altezza, ma come possiamo ben intuire la realtà è ben diversa e la situazione sta diventando via via sempre più critica, tanto che meteorologi e scienziati si aspettano nuove massime molto elevate nei prossimi mesi e invitano a tenere alta l’attenzione sulle cime italiane per cercare di tamponare tutti i devastanti effetti delle alte temperature.
Alte temperature e rischi
Lo zero termico a 5.328 metri in Italia è uno dei moltissimi dati che dovrebbero metterci sull’attenti in relazione all’attuale crisi climatica. L’aumento delle temperature scatena eventi sempre più devastanti, che coinvolgono ogni parte del pianeta. Sui monti, a elevate altitudini, la sempre più comune rilevazione di temperature sopra lo zero può portare, come abbiamo già accennato, allo scioglimento dei ghiacciai e del manto nevoso.
Ciò innesca una serie di reazioni naturali che hanno impatti drammatici, si pensi a quanto è accaduto con il crollo del ghiacciaio della Marmolada (che resta ancora oggi sorvegliata speciale). Il problema resta sempre lo stesso ed è bene ribadirlo: se non invertiremo la rotta, il nostro pianeta si sgretolerà in maniera via via sempre più evidente. E a pagarne il prezzo, alla fine dei conti, saranno anche gli esseri umani.