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La metà del traffico Internet è “falso”

Nel 2023 i bot hanno letto e scritto più dati su Internet degli umani: è un fenomeno destinato a crescere, nel bene e nel male

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Fonte: Shutterstock

Quale settore dello sterminato mercato digitale produce più traffico sul Web? Forse i social? O lo streaming? O il commercio elettronico? Oppure le ricerche su Google? No, a produrre quasi la metà del traffico Internet è la fiorentissima industria dei bot.

Metà del traffico, in pratica, non è generato da esseri umani che fanno qualcosa online, ma da programmi che fanno qualcos’altro in modo automatizzato. E, a volte, lo fanno per scopi illeciti.

Imperva Bad Bot Report 2024

I dati di cui stiamo parlando sono quelli dell’Imperva Bad Bot Report 2024, undicesima edizione di un report che analizza in modo dettagliatissimo il traffico automatizzato sul Web. Traffico che, nel 2023, per il 49,6% è stato generato da bot, sia buoni che cattivi.

Per fortuna l’Italia non è nella lista dei Paesi con il maggior traffico generato da “non umani“, che vede al vertice la Germania con appena il 25,5% di traffico prodotto da utenti in carne ed ossa. Dati preoccupanti anche per l’Irlanda (26,6%), il Brasile (29,5%), gli Stati Uniti (38,4%).

L’Irlanda e la Germania, tra l’altro, si distinguono per la percentuale di traffico generato da bot cattivi, rispettivamente del 71,4% e del 67,5%.

Bot buoni, bot cattivi

Un bot, per definizione, non è né buono né cattivo: è un software che esegue un codice, che prevede uno o più accessi a Internet per leggere o scrivere dei dati, generando del traffico.

La differenza sta tutta nello scopo per cui vengono usati. Google, ad esempio, funziona in gran parte grazie ai dei bot che scandagliano il Web alla ricerca di nuovi contenuti da indicizzare, che verranno poi mostrati all’utente quando cerca qualcosa di coerente con quei contenuti. Senza bot Google non potrebbe funzionare.

Ma altri bot fanno cose ben meno utili e molto più pericolose, come scandagliare i social in cerca di informazioni personali sugli utenti, al fine di creare profili dettagliati di potenziali vittime di truffe.

Con l’AI i bot cresceranno a dismisura

Se è vero che siamo appena entrati nell’era dell’AI, allora è altrettanto vero che la quantità di traffico attribuibile ai bot crescerà in modo esponenziale nei prossimi anni.

I bot vengono usati sia per leggere miliardi di contenuti pubblicati sul Web, al fine di addestrare gli algoritmi di AI (e su questo ci sono fortissime accuse di violazione del copyright), sia per generare le risposte ai “prompt” degli utenti che chiedono alle varie AI generative commerciali (ChatGPT, Gemini AI, Perplexity etc etc…) di produrre dei contenuti partendo da informazioni che si trovano sul Web.

In questi casi i bot AI vanno sul Web, trovano ciò che gli viene chiesto e lo usano come base di partenza per generare la risposta. Tutto questo, come è facile intuire, è solo l’inizio dell’enorme traffico che sarà prodotto dai bot entro pochi anni e che potrebbe portare il traffico Web generato dagli umani a percentuali a una cifra.

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