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La NASA ha un grosso problema coi suoi supercomputer

La NASA ha computer vecchi e inadeguati alle sfide attuali, gestiti male e nemmeno abbastanza sicuri da scongiurare un attacco hacker da parte di un Governo ostile

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Fonte: Shutterstock

La NASA non è più il punto di riferimento né per la potenza di calcolo dei suoi supercomputer, né per la gestione di questi grandi calcolatori: non solo è stata ampiamente superata da aziende private che stanno investendo in maniera massiccia in potenza di elaborazione, soprattutto per l’AI, ma è anche in preda ad una vera e propria crisi organizzativa che potrebbe mettere a rischio il ruolo stesso dell’ente pubblico spaziale americano.

NASA: il report sull’HEC

Il 14 marzo la NASA ha pubblicato un documento dal titolo “Audit of NASA’S High End Computing Capabilities“, all’interno del quale fa il punto sulle sue capacità di calcolo di alto livello, che sono fondamentali per l’esplorazione spaziale.

Il report è impietoso e mette in luce una lunga serie di problemi organizzativi dell’ente, che non riuscirebbe più a sfruttare correttamente la potenza di calcolo dei suoi supercomputer.

Supercomputer che, al momento, sono due e non sono nemmeno tra i più potenti al mondo. Si tratta dei due mega elaboratori presenti all’interno del Center for Climate Simulation presso il Goddard Space Flight Center e dell’Advanced Supercomputing Facility presso l’Ames Research Center.

La NASA ha computer obsoleti

Il primo problema dei supercomputer della NASA è di tipo tecnico: sono obsoleti, già per impostazione. I moderni supercomputer fanno molto affidamento sulle unità di elaborazione grafica (GPU) per calcoli complessi, mentre i sistemi della NASA sono incentrati sulla CPU, con appena 48 GPU rispetto alle decine di migliaia presenti nelle macchine moderne.

Questo divario tecnologico ostacola in modo significativo la capacità della NASA di eseguire ricerche e simulazioni all’avanguardia, che si basano su calcoli ripetitivi su miliardi di dati contemporaneamente, un compito nel quale le GPU sono molto più efficaci ed efficienti rispetto alle CPU.

Supercomputer e burocrazia

C’è poi, all’interno della NASA, un grosso problema burocratico che impedisce alla National Aeronautics and Space Administration di gestire al meglio le risorse di calcolo disponibili.

L’Ufficio del Chief Information Officer (OCIO), che in teoria è incaricato della supervisione IT, sembra non occuparsi delle operazioni quotidiane e dallo sviluppo dell’High End Computing, rallentando ulteriormente lo sviluppo della NASA nel campo del supercalcolo.

Sempre secondo il report, inoltre, l’inadeguatezza delle risorse informatiche ha portato vari team all’interno della NASA a cercare soluzioni in modo indipendente, frammentando ulteriormente l’approccio dell’agenzia all’informatica di alto livello.

OCIO ai problemi di sicurezza informatica

Come se tutto ciò non bastasse, il report interno mette in luce anche il disprezzo per la sicurezza informatica all’interno delle varie divisioni indipendenti (o semi indipendenti) che si occupano dei supercomputer della NASA.

Il rapporto evidenzia una tendenza preoccupante ad aggirare e ignorare i protocolli OCIO, portando a vulnerabilità in cui entità esterne e straniere potrebbero potenzialmente accedere a strutture HEC critiche senza adeguati controlli di autorizzazione.

Cioè, in pratica, non solo la NASA ha scarse risorse di calcolo rispetto ai concorrenti privati, ma rischia persino di metterle a disposizione di hacker privati e governativi di altri Paesi ostili.

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