SCIENZA

Su Marte c’è qualcosa che non vi hanno detto

Ci sono davvero tracce di vita su Marte? E come è possibile venire a capo dei misteri del Pianeta Rosso? Ad aiutarci è Perseverance, che ci restituisce nuove e accattivanti informazioni

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Fonte: Nasa - @nasa

È impossibile negarlo: quando si parla di Marte la nostra mente corre subito all’ipotesi più stimolante, quella che ci porta a immaginare che sul Pianeta Rosso ci siano forme di vita, magari evolute, con cui potremmo avere a che fare. Anche gli scienziati, a dirla tutta, stanno cercando lo stesso, ovvero forme di vita su questo pianeta, senza chiaramente aspettarsi implicazioni da film fantascientifici.

La domanda che però in tantissimi si pongono è: a che punto siamo? Ci sono davvero delle possibilità di trovare vita tra le dune e le rosse sabbie di Marte? In tanti ne hanno parlato e la comunità scientifica dibatte ancora furiosamente sull’argomento. Eppure, qualcosa di nuovo ci aiuta a saperne di più. E la scoperta appena fatta potrebbe far luce sulla questione, molto più in fretta di quanto si possa auspicare.

Le ipotesi sulla vita su Marte

Ma facciamo un passo indietro, un piccolo riassunto su quanto accaduto finora. Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, uno dei più “raggiungibili” dagli attuali strumenti e dispositivi umani. Nel corso degli anni, a partire dalla prima immagine ravvicinata scattata nel 1965, si sono susseguiti avvistamenti sul Pianeta Rosso, tutti di diversa natura: scie fisiche e atmosferiche, luci e ammassi di rocce hanno fatto sì che Marte divenisse stranamente “familiare”.

Questa suggestione ha portato migliaia di scienziati a porsi quesiti sempre più pregnanti, perché sì, da molti punti di vista Marte “somiglia” alla Terra, ma da altri è talmente diverso da sfidare tutte le percezioni umane. Ogni volta che ci si è avvicinati a comprendere un po’ di più il Pianeta, qualcosa ha cambiato le carte in tavola: da strane impronte a particolari condizioni meteorologiche, tutte le volte si è posto un nuovo problema, che però non ha mai escluso che qualcosa di “vivo” si muovesse sulla sua superficie.

A fare in modo che le ipotesi sulla vita su Marte fossero sempre più gettonate sono state anche le calotte polari, le nuvole nella sua atmosfera, i modelli meteorologici stagionali, i vulcani, i canyon e altre caratteristiche che implicherebbero la possibilità d’adattamento e crescita di “creature” sicuramente molto diverse da noi.

La storia recente la scoperta di Perseverance

Negli ultimi tre decenni, i veicoli spaziali approdati su Marte hanno mostrato che il pianeta è freddo e secco sotto il suo cielo nebbioso e rosa. Si è anche scoperto che, un tempo, il pianeta era molto diverso: era colpito da continue eruzioni vulcaniche e le meteore si abbattevano su di lui, creando profondi crateri. In più, pare che le ipotesi di inondazioni siano più che mai plausibili. E proprio la presenza di acqua è al centro del dibattito sulla presenza di vita sul Pianeta.

Ci si chiede, infatti, se l’acqua, in forma liquida, sia ancora conservata nel sottosuolo. Uno degli scopi di Perserverance, rover dotato di sette strumenti di altissima specializzazione che si muove sulla superficie marziana, è proprio quella di venire a capo di questo mistero. E di recente le sue indagini sono davvero arrivate a un punto di svolta, perché no, non ha trovato l’acqua in forma liquida, ma si è imbattuto in rocce ricche di molecole organiche. Rocce, dunque, che potrebbero essere dei “rimasugli” di antiche forme di vita.

Molecole organiche: forme di vita oppure no?

La notizia, chiaramente, ha suscitato molto clamore. In tanti hanno sostenuto che il ritrovamento di queste rocce significhi, per certo, che ci siano anche oggi tracce di vita biologica. In realtà, e ciò vale per ogni scoperta scientifica, non si può essere certi di nulla. Lo ha ribadito anche la Nasa, in una delle sue comunicazioni ufficiali: al contrario di quello che molti hanno sostenuto in questi giorni, no, non vuol dire che sia stata trovata vita, ma questa nuova scoperta ci aiuterà a fare un passo avanti per poterlo affermare (o smentire del tutto).

Di sicuro, quindi, Perseverance su Marte aiuterà a fare chiarezza: pare infatti che queste rocce si siano formate miliardi di anni fa all’interno di un cratere che, ipoteticamente, era un lago.

I campioni raccolti da Perseverance, dunque, sono fondamentali, ma prima di parlare di testimonianze di vita marziana dovrà passare ancora del tempo. La strada è ancora lunga e gli scienziati hanno davanti un lungo percorso per riuscire a inquadrare correttamente la situazione.

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