SCIENZA

Una stella nana distante 3.000 anni luce esploderà presto: "evento irripetibile"

Un evento storico sta per accadere nel nostro cielo. Si ripete ogni 80 anni, parliamo di una Nana ricorrente

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Fonte: 123RF

Si può dire che da un giorno all’altro, o quasi, ci ritroveremo a fare i conti con un “evento unico nella vita”. A volte si utilizza questa espressione in maniera esagerata ma, considerando l’intervallo di 80 anni tra un avvistamento e l’altro, stavolta è proprio il caso di dirlo.

Parliamo della T Coronae Borealis, o anche detta stella di fuoco. L’ultimo avvistamento risale al 1946 ed entro settembre 2024 potremo riammirare questo spettacolo unico. Si tratta della luce derivante da un’esplosione termonucleare su una stella. Ha viaggiato per migliaia di anni luce fino alla Terra e ormai il percorso può dirsi quasi concluso.

L’esplosione di una stella nana

In ambito scientifico si fa riferimento a essa come T Cor Bor, T CrB o anche Blaze. Nomi a parte, ciò che sappiamo è che sarà luminosa quanto la stella polare, almeno per chi abita nell’emisfero settentrionale. Per chi vive nell’emisfero meridionale, invece, il paragone da farsi è con la luminosità del piede destro di Orione. Parola della dottoressa Laura Driessen dell’Università di Sydney.

Rientra nella classe delle Nova ricorrenti, visibile ogni 80 anni, circa, in seguito a un’esplosione termonucleare sulla superficie di una nana bianca che dista dal nostro pianeta ben 3mila anni luce. Per provare a spiegare il processo in termini semplici, basti pensare che la nana aspira idrogeno da una gigante rossa “nei pressi”. Ciò genera una reazione, ovvero un accumulo di pressione e calore, che infine provoca un’esplosione.

Gli astronomi di tutto il mondo, così come i semplici appassionati, stanno monitorando una macchia scura presente nella Corona Boreale. È proprio quello il punto in cui apparirà l’incredibile luce, che sarà visibile per circa una settimana. È stata la Nasa, senza giri di parole, a definire tutto ciò un “evento unico nella vita”.

Un fenomeno fantastico

La dottoressa Driessen ha spiegato come le due stelle siano abbastanza vicine. Tanto da consentire che l’attrazione gravitazionale porti la nana bianca a risucchiare materiale. Un sistema che di tanto in tanto provoca un’esplosione.

“Quando si pensa a una nova, spesso pensiamo a una supernova. Ciò indica la fase finale della loro vita, ovvero quando esplodono e non c’è ritorno. Una nova invece ha un’esplosione superficiale più piccola, basata su questo accrescimento”.

Il primo avvistamento risale al 1217. Responsabile della “scoperta” della stella Blaze fu l’abate Ursberg, in Germania. Al tempo riuscì ad ammirare una debole stella che, per un periodo limitato, brillò di una grande luce. L’ultimo avvistamento invece risale al 1946.

Sappiamo che inizia a diventare più luminosa circa 10 anni prima dell’esplosione, per poi spegnersi nuovamente nei mesi precedenti l’esplosione. Un certo preavviso, per quanto non si parli di un orologio svizzero.

Questo avvistamento, nello specifico, ha anche una rilevanza scientifica notevole. È la prima volta, infatti, che sarà possibile ammirarla con l’ausilio delle tecnologie moderne: “Abbiamo oggi tutti questi telescopi che non avevamo 80 anni fa”.

Tutto pronto per le analisi dei telescopi spaziali Fermi, James Webb e il Very Large Array, ma non solo. Attendiamo ora un annuncio da parte della comunità scientifica, che potrebbe arrivare da un giorno all’altro da qui alla fine di settembre, circa.

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