SCIENZA

I telescopi della Nasa hanno individuato un “grappolo di alberi di Natale”: ma di cosa si tratta esattamente?

Un albero di Natale spaziale è stato mostrato dalla NASA: ecco di cosa si tratta e in che modo, complesso, è stata ottenuta l'immagine spettacolare

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Fonte: X-ray: NASA/CXC/SAO; Optical: T.A. Rector (NRAO/AUI/NSF and NOIRLab/NSF/AURA) and B.A. Wolpa (NOIRLab/NSF/AURA); Infrared: NASA/NSF/IPAC/CalTech/Univ. of Massachusetts; Image Processing: NASA/CXC/SAO/L. Frattare & J.Major

Chi non si è mai divertito nel cercare strane forme tra i colori delle mattonelle della vecchia casa dei nonni? Il nostro cervello è composto così, va sempre alla ricerca di figure a lui note, così da instaurare una sorta d’ordine e fornire un significato, o quasi, a quanto sta osservando.

Spesso accade anche nell’osservazione spaziale e, come prova, ecco che la NASA ha appena individuato un albero di Natale galattico, per così dire. Scientificamente parlando, l’immagine ottenuta porta il nome di NGC 2264, ma nell’ambiente è già nota come “ammasso dell’albero di Natale”.

Un albero di Natale nello spazio

L’albero di Natale individuato dalla NASA, o per meglio dire NGC 2264, è un ammasso di giovani stelle, la cui età è compresa tra circa uno e cinque milioni di anni. Delle giovincelle, insomma, site nella nostra Via Lattea, con una distanza dalla Terra di circa 2.500 anni.

La varietà è enorme e sono sia più piccole che più grandi del Sole. Parlando di massa, alcune ne presentano una inferiore rispetto alla nostra stella, altre, invece, sono pari a un decimo, mentre altre ancora risultano vantarne una sette volte maggiore.

L’immagine ottenuta, composita, esalta la somiglianza dell’ammasso con un albero di Natale, con una scelta di colore ben chiara e operazioni di rotazione. Nella versione animata dell’immagine fornita dalla NASA scorgiamo luci blu e bianche. Queste lampeggiano e non sono altro che giovani stelle che emettono raggi X. A rilevare il tutto è stato l’Osservatorio Chandra della NASA.

Gli “aghi di pino”, per così dire, sono gas della nebulosa, evidenziati in verde, ottenuti grazie al telescopio WIYN da 0,8 metri della National Science Foundation su Kitt Peak. I dati a infrarossi della Two Micron All Sky Survey, invece, mostrano le stelle in primo piano e lo sfondo bianco.

Come detto, l’immagine ottenuta in maniera composita è stata poi ruotata, precisamente in senso orario e di 160° rispetto a quello che è lo standard astronomico del Nord, puntato verso l’alto. In questo modo si ha l’impressione che la cima dell’albero spaziale di Natale sia verso la parte superiore dello scatto.

Le modifiche della NASA

Scendendo nel dettaglio, al di là della suggestione natalizia, l’ammasso, noto come NGC 264, è composto da giovani stelle volatili, che subiscono forti brillamenti nei raggi X, così come altre variazioni visibili in differenti tipi di luce.

Tutto ciò è reale ma l’immagine animata ha reso l’effetto in maniera artificiale, così da enfatizzare la posizione delle stelle viste nei raggi X ed evidenziare ancor di più la somiglianza con un albero di Natale. La NASA ha fatto ricorso a Photoshop? Quasi, ma ha solo messo insieme eventi reali, non visibili allo stesso tempo. Una sorta di collage di fatti veri e indiscutibili, per evitare presunte teorie complottiste.

Le variazioni osservate da Chandra, e altri telescopi, sono frutto di differenti processi. Alcuni di questi connessi ad attività che coinvolgono i campi magnetici. Basti pensare ai brillamenti, come quelli subiti dal Sole, ma molto più potenti. Spazio anche a punti calde e regioni scure sulla superficie delle stelle, che entrano ed escono dalla vista, durante la rotazione.

 

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