PMI E INDUSTRIA 4.0

Previste 137.000 nuove assunzioni ICT nel 2025: il lavoro c’è, mancano i candidati

Previste in Italia 137.000 nuove assunzioni nel settore ICT, ma mancano i candidati: le figure più ricercate e le competenze richieste.

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Secondo Unioncamere e Anpal, nel 2025 le aziende italiane hanno programmato 137.000 nuove assunzioni nel settore informatico, ma 55.000 posti potrebbero restare scoperti per mancanza di candidati idonei.

Il settore dell’Information and Communication Technology (ICT) in Italia non è semplicemente in crescita: è in fermento. Un fermento vitale, alimentato dalla digitalizzazione sempre più pervasiva del tessuto imprenditoriale e da una domanda pressante di competenze specialistiche. In questo scenario, l’industria italiana sta finalmente raccogliendo la sfida della digital transformation, non più vista come un’opzione per pochi, ma come condizione necessaria per la sopravvivenza e la competitività.

“Negli ultimi mesi – ha spiegato Luca Meleri, Industry Leader ICT & Digital di Hunters Group – la richiesta di specialisti capaci di guidare la transizione digitale delle imprese è cresciuta notevolmente. Il nostro osservatorio parla chiaro: +30% di richieste per sviluppatori software, analisti e specialisti in cybersecurity. Le imprese che oggi investono sulle competenze tecnologiche saranno in grado di vincere le sfide del domani”.

Le figure più ricercate e le offerte di lavoro nel settore ICT

I dati confermano una verità evidente: la rivoluzione digitale non è più confinata ai colossi tech, ma permea ogni settore. Secondo Assintel, le aziende di consulenza informatica e sviluppo software guidano la classifica delle offerte di lavoro ICT, seguite da energy, fintech, hospitality e manifattura. In particolare, proprio quest’ultimo comparto – cuore pulsante della nostra economia – sta rinnovandosi con decisione, spinto dagli incentivi e dalle opportunità di Industria 4.0.

In questo scenario evolutivo, emergono con forza tre figure professionali che diventano imprescindibili per le imprese che vogliono cavalcare l’onda dell’innovazione:

  • lo sviluppatore software, architetto del nuovo modo di fare business, è la figura più ricercata. Dalla progettazione di applicazioni mobile alla creazione di piattaforme cloud, il developer è colui che traduce i bisogni aziendali in soluzioni digitali. La padronanza di linguaggi come Java, Python o JavaScript e la capacità di adattarsi a framework sempre nuovi lo rendono una figura strategica per qualunque PMI che punti all’efficienza;
  • l’analista dati, o data analyst, è il “traduttore” della complessità digitale. In un’epoca in cui ogni processo lascia una traccia, servono professionisti capaci di leggere i dati, interpretarli e trasformarli in scelte operative. La capacità di individuare tendenze e anomalie attraverso strumenti di analisi avanzata diventa un fattore critico di successo anche per le piccole imprese, che vogliono agire in modo più informato e tempestivo;
  • lo specialista in cybersecurity è infine la figura-sentinella dell’impresa digitale. Più cresce la digitalizzazione, più aumentano i rischi informatici: malware, ransomware, data breach. Proteggere il know-how, i dati dei clienti, l’infrastruttura produttiva non è più un compito per domani, ma una priorità di oggi. E solo chi dispone di professionisti formati, aggiornati e certificati può davvero considerarsi al sicuro.

Inoltre, secondo Hunters Group, le richieste di professionisti IT con competenze in intelligenza artificiale, analisi dei dati e cyber sicurezza cresceranno del 10% nel 2025.

Il problema degli esperti ICT introvabili

Il settore ICT in Italia ha registrato una crescita costante, con oltre 630.000 posti di lavoro creati, grazie alla crescente domanda di soluzioni tecnologiche innovative.

Basti pensare che, come è emerso dai dati Unioncamere e Anpal, solo nel 2025 le aziende italiane hanno programmato 137.000 nuove assunzioni nel settore informatico. Insomma, il lavoro in questo settore non manca, ma mancano i professionisti formati o in possesso delle competenze necessarie a ricoprire ruoli specialisti. Infatti, dal report emerge anche un chiaro problema, ovvero: 55.000 posti potrebbero rimanere vacanti perché non ci sono candidati idonei.

Le aziende italiane cercano professionisti con competenze in sviluppo software, analisi dei dati e sicurezza informatica per affrontare la trasformazione digitale, ma in Italia – con solo il 3,6% dell’occupazione e l’1,3% dei laureati nel settore – c’è una una carenza di specialisti ICT.

La crescita del settore, eppure, offre numerose opportunità di lavoro, ma la mancanza di candidati qualificati rappresenta una sfida significativa. Sia le piccole e medie imprese sia le grandi aziende stanno affrontando la nuova era tech, ma necessitano di personale qualificato per implementare soluzioni avanzate.

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