SCIENZA

Clima ancora più estremo per il passaggio da El Niño a La Niña: cosa succede alle temperature ora?

In un mondo molto più caldo, a causa della crisi climatic, il passaggio canonico da El Niño a La Niña genera previsioni terrificanti

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È vero che il passaggio da El Niño a La Niña vedrà una diminuzione nelle temperature. Al tempo stesso, però, occorre anche sottolineare come il trasferimento da un sistema meteorologico all’all’altro comporti estati più calde della media. Ciò si traduce in una previsione di un 2024 ancora più caldo del 2023.

Temperature 2023 e 2024

Nell’estate 2023 l’emisfero settentrionale ha sperimentato quella che è stata indicata come la stagione più calda degli ultimi 2mila anni. Basti ricordare gli incendi terrificanti in Canada, che hanno inondato di fumo i cieli dal Minnesota a New York.

Restando negli Stati Uniti, il caldo terrificante ha provocato la morte di centinaia id persone in Texas e Arizona, mentre in Vermont la cittadinanza ha fronteggiato danni da inondazioni pari a quelle di un uragano. Un incubo che in parte ha vissuto anche l’Europa, che in futuro potrebbe purtroppo avere a che fare sempre più con tali sconvolgimenti climatici.

Il 23 maggio gli scienziati della National Oceanic and Atmospheric Administration hanno annunciato che la stagione degli uragani atlantici del 2024 potrebbe essere la più attiva di sempre. Alla base di tutto ciò c’è anche il passaggio da El Niño a La Niña. Ciò provocherà di certo enormi variazioni di temperatura e precipitazioni.

Questo passaggio non rappresenta di certo una novità degli ultimi anni. Non è qualcosa che si adduce al cambiamento climatico, sia chiaro. La differenza rispetto al passato è che ora ciò avviene in un mondo notevolmente più caldo. Occorre prepararsi, dunque, a tipi di eventi estremi, potenzialmente anche mai sperimentati in passato.

Temperature record

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha dichiarato l’inizio di El Niño il 4 luglio 2023. Da allora è stato quasi un anno ininterrotto di temperature record. Oggi il National Centers for Environmental Information ritiene ci sia il 61% di possibilità che quest’anno possa rivelarsi ancora più caldo del precedente.

Le aree a rischio potrebbero subire ondate di calore mortale nel corso dei mesi estivi. Gli Stati Uniti stanno registrando negli ultimi anni delle statistiche terrificanti. Nel 2023 si stima siano morte 2.300 persone a causa di malattie connesse al caldo. Secondo i ricercatori, però, il numero reale sarebbe ancora più elevato.

Questo calore si è depositato anche negli oceani, generando più di un anno di temperature in superficie elevatissime. Un carburante in potenza per gli uragani. Normalmente gli alisei disperdono il calore e l’umidità sulla superficie dell’acqua. Ciò evita che tali forze si accumulino in un punto unico. Durante La Niña, però, le temperature più fredde nell’Oceano Pacifico indeboliscono i venti d’alta quota nell’Oceano Atlantico, che generalmente sono atti a “spezzare” le tempeste. Ciò si traduce in uragani dalla formazione più facile e frequente.

Le previsioni sono devastanti, perché una probabile rapida transizione a metà estate verso La Niña potrebbe combinarsi con l’acqua oceanica in ebollizione. Gli esperti del NOAA si aspettano dunque almeno 17 tempeste abbastanza grandi da ricevere un nome. “È importante pensare al cambiamento climatico come a un peggioramento delle cose. – ha spiegato Andrew Dessler, scienziato del clima presso la Texas A&M University – Si tratta di capire quanto peggiorerà”.

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