PMI E INDUSTRIA 4.0

Casella PEC piena o inattiva, arriva la sentenza: cosa si rischia

Un contribuente ha visto rigettato il proprio ricorso nei confronti dell’Erario per casella PEC inattiva. Ecco cosa dice la sentenza della Cassazione

Pubblicato:

Fonte: iStock

Che la Posta Elettronica Certificata stia acquisendo un’importanza sempre maggiore nei campi più disparati è ormai un dato di fatto. Gli ultimi dati dell’AgID parlano di quasi 16 milioni di indirizzi PEC attivi e oltre 800 milioni di messaggi di posta inviati ogni quadrimestre.

Un successo frutto delle molteplici funzionalità e dei tantissimi vantaggi che questo strumento di comunicazione garantisce. La casella PEC può essere utilizzata come domicilio digitale da aziende, professionisti e privati cittadini e permette di ottimizzare le spese sostenute per l’invio di raccomandate.

Bisogna però fare attenzione: se non riceve attenzioni adeguate, la casella di posta certificata può anche diventare una sorta di boomerang. Lo sa bene, ad esempio, un professionista diventato suo malgrado protagonista di un’ordinanza della Corte di Cassazione destinata a cambiare il modo con cui ci approcciamo alla PEC.

Notifica cartelle esattoriali via PEC: cosa prevede la legge

A normare la notifica via posta elettronica è l’articolo 60 del D.P.R. 600 del 1973 (e successive modificazioni). L’articolo, nello specifico, prevede che la notifica degli avvisi e altri atti a imprese (sia individuali sia costituite in società) e professionisti iscritti in albi o elenchi professionali può essere effettuata via Posta elettronica Certificata, utilizzando l’indirizzo indicato nell’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC).

Lo stesso articolo prevede anche come l’amministrazione tributaria debba comportarsi nel caso in cui il primo invio non andasse a buon fine. Se la notifica dovesse essere respinta a causa della casella PEC piena, l’ente dovrà effettuare un nuovo tentativo trascorsi almeno 7 giorni dal primo.

Se anche il secondo tentativo non dovesse andare a buon fine (o se la casella dovesse essere inattiva o non valida), l’atto dovrà essere depositato presso l’area riservata del sito internet InfoCamere e pubblicato dell’avviso sullo stesso sito. In questo modo, la notifica dell’atto o dell’avviso viene ritenuta valida ai fini di legge.

Notifica via PEC per casella PEC piena: la sentenza della Cassazione

Sul tema si è recentemente espressa la Corte di Cassazione che, con ordinanza n°3703 del 13 febbraio 2025, ha definitivamente chiarito quali sono le modalità operative per l’invio di notifiche e atti via PEC da parte dell’amministrazione tributaria.

Tutto nasce dal ricorso di un contribuente che, a causa del mancato rinnovo della casella di Posta Elettronica Certificata, non aveva ricevuto le notifiche riguardanti molteplici cartelle di pagamento.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale, sia la Commissione Tributaria Regionale avevano accolto il ricorso del contribuente, con l’Agenzia delle Entrate che chiamava in causa la Corte di Cassazione per vedere riconosciute le ragioni dell’Erario. Il pronunciamento degli Ermellini è arrivato lo scorso febbraio e ha dato ragione all’AdE.

La casella PEC inattiva perché non rinnovata non è infatti motivo adeguato per contestare l’avvenuta notifica degli atti. Stando alla sentenza dei giudici della Corte Suprema, la notifica si era perfezionata correttamente poiché l’amministrazione tributaria ha utilizzato l’indirizzo PEC registrato negli elenchi INI-PEC indicati nel dettato legislativo.

Con casella PEC inattiva, dunque, non si rende necessario un secondo tentativo di invio, previsto e obbligatorio invece nel caso di casella PEC piena.

Casella PEC piena o inattiva: come evitare problemi con il fisco

Ora che anche i “semplici” contribuenti possono eleggere l’indirizzo di Posta Elettronica Certificata a domicilio fiscale per ricevere le comunicazioni e gli atti dall’Agenzia delle Entrate, è necessario fare sempre più attenzione allo “stato di salute” della propria casella PEC.

Prima di tutto, è consigliabile accedere frequentemente alla casella di posta e verificare che tra le email certificate da leggere non ce ne sia qualcuna da parte dell’Erario. Inoltre, va sempre controllato lo spazio a disposizione, così da evitare che dei messaggi possano essere rispediti indietro al mittente per mancanza di spazio. Infine, attivate un promemoria per ricordare di rinnovare la casella pochi giorni prima della scadenza.

Problemi, quelli appena descritti, che possono essere facilmente evitati grazie a Libero Mail PEC, il servizio di Posta Elettronica Certificata targato Libero.it. Che tu scelga la versione Family o che preferisca la versione Unlimited, il succo del discorso non cambia. Potrai ricevere migliaia di messaggi di posta certificata senza saturare lo spazio a disposizione (nella versione Unlimited, come suggerisce anche il nome, non ci sono limiti di spazio di archiviazione e non avrai problemi di casella piena) e gestire al meglio tutte le funzionalità grazie a un’interfaccia semplice e intuitiva.

I vantaggi di Libero Mail PEC, però, non finiscono qui. Il servizio di posta certificata soddisfa il nuovo standard europeo REM (acronimo di Registered Electronic Email) e permette di inviare messaggi di posta elettronica con valore legale in tutti i Paesi dell’Unione Europea quando entrerà in vigore la PEC europea. Il contenuto del messaggio e gli allegati non potranno essere modificati in alcun modo e sarai sempre protetto da avanzati filtri antispam e sistemi di sicurezza di ultima generazione.

TAG:

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963