Individuato un nuovo pianeta gigante a circa 400 anni luce di distanza dalla Terra
Esopianeta HIP 67522 b brucia sotto i flare della stella madre: atmosfera gonfia, orbita di 7 giorni e destino da Nettuno bollente a sub Nettuno
A soli 400 anni luce dalla Terra si trova Hip 67522 b. Si tratta di un gigante gassoso, il cui destino sembra ormai scritto. Non è di quelli a lieto fine, per dirla in termini semplici: finirà in fiamme. Questo pianeta orbitante è a soli 7 giorni dalla sua stella. Subisce per questo motivo continue eruzioni di materia, i cosiddetti flare, che ne dilatano l’atmosfera e la infiammano.
Un pianeta distrutto dalle eruzioni
La Terra è un esempio unico, per quanto ne sappiamo. La nostra specie è infatti alla ricerca della vita nell’universo ma, ad oggi, il nostro pianeta continua a essere l’eccezione che conferma la regola.
Vanta ad esempio una “distanza di sicurezza” dal Sole, che ci protegge dai pericoli del “meteo spaziale”. Le nostre comunicazioni radio resistono e l’atmosfera ci ripara dalle radiazioni. Cosa volere di più? Magari non distruggere questo fragile equilibrio, ma questa è un’altra storia.
Hip 67522 b non ha questa nostra stessa fortuna. Appartiene a un sistema giovane (17 Myr), ma soprattutto orbita tanto vicino alla sua stella da trovarsi nella cosiddetta zona attiva, nota per i potenti flare giovanili.
Ogni volta che il pianeta attraversa delle linee di campo magnetico cariche, genera esplosioni sul disco stellare. Ciò comporta poi un vero e proprio bombardamento di getti d’energia. Il risultato è un’inflazione atmosferica estrema.
Abbiamo svariate informazioni su questo pianeta, che ha appena il 5% della massa di Giove. Al tempo stesso, però, ha un diametro comparabile al nostro gigante gassoso. L’atmosfera gonfia è lo specchio di un calore che prosegue nel suo pompaggio d’energia, in un serbatoio che è ormai al limite.
Legame magnetico distrutto
Il meccanismo preciso non è ancora del tutto stato compreso dagli scienziati. Risultano però plausibili appena due scenari:
- interazione magnetica diretta, che vede il pianeta “innestare” la stella, chiudendo il circuito su linee di campo che concentrano energia in flare localizzati, proprio al di sopra del corpo del pianeta;
- feedback radiativo, con eruzioni stellati, moltiplicate dal campo magnetico, che inviano ondate di radiazioni ad alta energia, che riscaldano ulteriormente l’atmosfera e ne aumentano il raggio.
Nel corso del tempo, questa sorta di pioggia di radiazioni intense potrebbe spogliare Hip 67522 b del suo involucro gassoso più esterno.
Alcuni modelli evolutivi mostrano come, in qualche centinaio di milioni di anni, potrebbe anche restringersi fino a divenire un “Nettuno bollente”. Una particolare definizione che indica un pianeta con massa di Nettuno, ma ancora arroventato. Non è però da escludere che possa sprofondare nella categoria dei “sub Nettuno”, ovvero una tipologia comune in orbite ravvicinate, ma assenti nel nostro Sistema Solare.
Un futuro incerto
Hip 67522 b è un laboratorio naturale, ideale per studiare l’evoluzione dei pianeti vicini alla propria stella. L’accelerazione della perdita di massa, insieme con l’inflazione estrema, offrono uno spaccato su come un “giovane Giove” possa trasformarsi in “Nettuno bollente”, così come in un corpo roccioso più piccolo, in “appena” poche centinaia di milioni di anni.
Questa scoperta pubblicata il 2 luglio 2025 sulla rivista Nature, amplia la nostra comprensione delle interazioni stella-pianeta. Sfida, inoltre, i modelli di formazione planetaria. Se un mondo così giovane può già essere “tostato” dal proprio Sole, cosa accadrà alle centinaia di esopianeti stretti nelle orbite infernali che i cacciatori di esopianeti stanno scoprendo ogni anno?