È più vicina di quanto si possa immaginare: ma cos'è? L'avvistamento
Nell'anno 1006 fu osservata la supernova più brillante della storia, i cui resti sono ancora ben visibili come si nota negli scatti della NASA
La supernova più brillante in assoluto che sia mai stata individuata nel corso della storia umana. Si tende a descrivere in questa maniera SN 1006, l’esplosione stellare che non viene associata a questo numero per caso. La sua osservazione, infatti, risale all’anno 1006, dunque in pieno Medioevo, un evento che deve aver lasciato attoniti gli abitanti della Terra di allora.
Le immagini diffuse dalla NASA di recente ci mostrano quello che è rimasto della supernova stessa, una nebulosa molto particolare e che è stato possibile studiare a fondo a partire dal 1965. La storia di SN 1006 è a dir poco affascinante, dunque vale la pena soffermarsi su quanto accaduto oltre un millennio fa.
La supernova dell’anno 1006
L’attuale massa colorata di detriti spaziali può essere considerata l’insieme di tanti frammenti espulsi dopo la morte esplosiva di una nuova stella. Quest’ultima ha appunto illuminato il nostro cielo nel 1006, con osservazioni documentate da parte di più di una civiltà terrestre. Gli abitanti della Terra si erano appena ripresi dalla paura relativa al giorno successivo al 31 dicembre del 999 e notarono un fenomeno che non poteva che essere inquietante. L’oggetto celeste si trovava nella Via Lattea e, subito dopo la prima comparsa, rimase visibile per diversi giorni. Gli avvistamenti principali si concentrarono tra il 30 aprile e il primo maggio.
Le segnalazioni relative alla supernova più sensazionale di sempre arrivarono da luoghi che corrispondono alle attuali Svizzera, Egitto, Giappone, Cina e anche il nostro paese. Le registrazioni furono eloquenti, la magnitudine apparente, cioè la misura della sua luminosità dalla Terra, fu pari a -7,5 (con -1 di solito si intende una luminosità del 250%). Tra le osservazioni più attente e accurate, inoltre, ci furono quelle arabe. Per quel che riguarda, invece, il racconto più completo bisogna rifarsi a quanto trascritto da Ali Bin Ridwan, un astrologo che parlò senza mezzi termini di un oggetto molto più grande rispetto al disco di Venere e capace di raggiungere il 25% della luminosità della Luna.
Gli scatti della NASA alla supernova
Non mancarono le ricostruzioni storiche bizzarre e affascinanti al tempo stesso. Sembra che questa supernova sia stata talmente brillante da permettere la lettura di manoscritti a mezzanotte. I resti della nebulosa sono proprio quello che si ammirano negli scatti della NASA: si tratta di un ammasso fioco e caratterizzato da un’onda di espansione davvero notevole (la velocità sarebbe vicina ai 3mila chilometri al secondo). Al centro della nebulosa, poi, ci sarebbe un pulsar o un buco nero, purtroppo però osservazioni di questo tipo non sono state ancora portate a compimento.
Un ultimo dettaglio interessante sulla storia di SN 1006 è quello della sua durata. In base alle testimonianze dell’epoca, le fasi di osservazione sarebbero state due. La prima avrebbe avuto una durata di ben tre mesi, con la luminosità massima in costante diminuzione. Nella seconda fase, poi, la luce sarebbe tornata molto potente, per la precisione per altri 18 mesi. Come avveniva in quel periodo, in molti pensarono a una catastrofe imminente (una guerra o una carestia), ma ci furono anche coloro che associarono la comparsa della supernova a un evento benaugurante.