SCIENZA

L'acqua iper salata potrebbe aver distrutto le prove della vita su Marte

Perseverance della NASA ha analizzato campioni privi di tracce: l'acqua iper salata potrebbe aver distrutto le prove della vita su Marte.

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Fonte: ANSA

Sono due le missioni che la NASA ha inviato su Marte. Si tratta di Curiosity, con lo scopo di valutare il potenziale di abitabilità della superficie marziana, e di Perseverance, che invece ha lo scopo di trovare prove effettive di vita su Marte. Entrambe le spedizioni hanno fatto uso di rover, cioè veicoli adibiti al trasporto su un corpo celeste, trasportati in orbita da un cosiddetto lander.

Come Perseverance sta cercando tracce di vita su Marte

Mentre Perseverance è da poco atterrata sul suolo del Pianeta Rosso, l’attenzione di Curiosity si è focalizzata su alcune rocce sedimentarie nel cratere Gale, piene di minerali argillosi. Nell’ottica di una valutazione di abitabilità pregressa, l’argilla è un elemento chiave: la sua presenza indica la presenza di acqua liquida, che associamo naturalmente alla vita.

Curiosity ha prelevato due campioni di minerali a meno di 400 metri di distanza l’uno dall’altro, ma gli scienziati che hanno analizzato i dati inviati sulla Terra dal rover sono rimasti interdetti per la mancanza di minerali argillosi in uno dei due campioni.

Per i ricercatori, che hanno pubblicato i risultati dell’analisi sulla rivista scientifica Science, la differenza nei campioni dipende da alcuni fenomeni geologici che hanno cancellato le tracce della Storia e forse delle vita dai sedimenti rocciosi.

Perché la mancanza di argilla amareggia gli scienziati della NASA

In particolare, lo scenario ipotizzato dagli scienziati vede l’acqua trapelare nell’argilla da un deposito di solfato situato direttamente sopra. Le salamoie super salate sarebbero quindi filtrate attraverso i granelli di sabbia e, così facendo, avrebbero alterato per sempre gli strati ricchi di minerali che avrebbero potuto conservare la prova della vita su Marte.

“Pensavamo che una volta formatisi, questi strati di minerali argillosi, sul fondo del lago, nel cratere Gale, rimanessero intatti, preservando alcune caratteristiche per miliardi di anni”. Sono le parole di Tom Bristow dell’Ames Research Center della NASA. “Ma in seguito le salamoie hanno distrutto questi minerali argillosi in alcuni punti”, essenzialmente “resettando” la memoria storica delle rocce.

Di sicuro il Pianeta Rosso è costantemente oggetto di attenzioni da parte della comunità scientifica. A volte spuntano fuori ipotesi come quella dei funghi su Marte. A volte invece i ricercatori impallidiscono davanti alle immagini di strane aurore aliene.

Giuseppe Giordano

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