SCIENZA

Proxima D, cosa sappiamo del nuovo pianeta che abbiamo scoperto

Piccolo e roccioso, orbita troppo vicino alla sua stella, a due passi dal Sistema Solare: abbiamo appena scoperto un nuovo pianeta, Proxima d

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Fonte: ANSA

La scienza astronomica sta progredendo a passi da gigante: sempre più spesso vengono individuati nuovi oggetti celesti, siano essi esolune, asteroidi o buchi neri vagabondi. Ce lo permette una tecnologia sempre più all’avanguardia – e scoperte ancora più sensazionali verranno dal nuovo telescopio spaziale James Webb, appena lanciato.

Tra gli ultimi oggetti celesti scoperti c’è anche Proxima d, un nuovo potenziale pianeta a due passi dal nostro Sistema Solare.

La scoperta di Proxima d

Il “nuovo” pianeta individuato è, in realtà, un nostro vicino di casa: infatti orbita intorno a Proxima Centauri, la stella più vicina al nostro Sole – a 40.2 trilioni di chilometri di distanza. È stato individuato grazie al Very Large Telescope dell’European Southern Observatory in Cile.

È il terzo pianeta del sistema di Proxima Centauri che abbiamo individuato: prima di Proxima d c’erano stati Proxima b, grande come la nostra Terra e scoperto nel 2016, e poi un secondo pianeta più lontano la cui esistenza però deve essere ancora confermata. Anche Proxima d rimane un pianeta “potenziale”, ma i ricercatori stanno lavorando per provare che esista e che sia davvero un pianeta. Intanto la scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophisycs.

Con una massa di circa un quarto di quella della Terra, e una composizione di tipo roccioso, Proxima d è uno degli esopianeti più leggeri mai trovati.

La sua stella di riferimento Proxima Centauri, invece, è una nana rossa fioca e piccola, con una massa di un ottavo di quella del nostro Sole. È grazie a lei che è stato possibile individuare i suoi tre esopianeti: gli scienziati infatti usano il metodo del riflesso. Ogni volta che qualcosa passa davanti a una stella affievolisce la sua luce e la sua emissione di radiazioni nello spazio aperto: usando modelli e calcoli, gli astronomi riescono a capire cosa sia quest’oggetto in base alla velocità e al tipo di affievolimento della luce.

La vita su Proxima d

Con un sistema stellare così vicino al nostro e così a portata di mano, il mondo scientifico si interroga se possa essere un buon candidato per ospitare qualche forma di vita.

Il primo fattore da analizzare per sapere se un pianeta è abitabile è la distanza dalla sua stella di riferimento. Proxima d, in particolare, è troppo vicino a Proxima Centauri: si trova infatti a soli 4 milioni di chilometri dalla stella, che è meno di un decimo della distanza tra Mercurio e il Sole nel nostro sistema solare. Essendo il pianeta più vicino al Sole, Mercurio termina un’orbita intorno ad esso ogni 88 giorni. Proxima d invece completa un’orbita intorno a Proxima Centauri ogni cinque giorni terrestri.

Anche Proxima c, il pianeta che deve ancora essere confermato, non è abitabile, ma per i motivi opposti: completa la sua orbita intorno alla stella in cinque anni terrestri, quindi è decisamente troppo lontano perché sia raggiunto dal calore e dalle radiazioni.

Proxima b, invece, rientra nella “zona di abitabilità” in cui può esistere l’acqua liquida fondamentale per la vita: il primo dei pianeti individuati intorno a Proxima Centauri infatti ha le dimensioni della Terra e orbita intorno alla stella in 11 giorni terrestri.

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