C'è stata l'esplosione di una stella massiccia nello Spazio che ha scatenato una "tempesta"
Cosa resta nello spazio dopo l'esplosione di una stella massiccia: lo studio dei pulsar e le risposte della scienza
La NASA diffonde costantemente immagini a dir poco affascinanti, al fine di svelare ai popoli di tutto il mondo com’è composta la galassia nella quale viviamo, e non solo. Spazio infatti anche a rappresentazioni, spesso simulate, di visioni che vanno ben al di fuori di quella che è la nostra portata. Qualcosa che possiamo ammirare e studiare unicamente grazie all’ausilio di telescopi spaziali avanzatissimi. Di recente è stata pubblicata un’immagine che fa riferimento a un elemento dal nome di certo difficile da memorizzare: G327.1-1.1. Di seguito spieghiamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Cosa accade dopo l’esplosione di una stella
Parlando di G327.1-1.1, la NASA fa riferimento a ciò che resta nello spazio dopo l’esplosione di una stella massiccia. Un evento straordinario, i cui resti si riassumono in una stella di neutroni altamente magnetica. Quest’ultima è inoltre in rapida rotazione e porta il nome di pulsar.
Si può parlare di una vera e propria tempesta spaziale, con tutte le differenze del caso rispetto a un evento terrestre. Usiamo quest’espressione perché sta producendo un vento di particelle relativistiche. Qualcosa di osservabile nei raggi X da Chandra e XMM-Newton.
Non si tratta però di qualcosa di recente, anche se nello spazio il concetto di tempo è ben distante dal nostro. Si allunga a dismisura. Basti pensare al lungo viaggio che compie la luce delle stelle che ammiriamo di notte, in realtà morte da tempo. Gli scienziati possono sfruttare queste immagini per stimare l’energia rilasciata durante l’esplosione della supernova, l’età della stessa e il quantitativo di materiale che viene spazzato via dall’onda d’urto generata.
Cosa sappiamo di G327.1-1.1
Come detto, G327.1-1.1 è ciò che resta di una supernova. Nel dettaglio, quest’ultima è posta all’interno della Via Lattea, ovvero della nostra galassia. Si trova a 29.000 anni luce di distanza, nella costellazione meridionale Regolo. Per quanto riguarda l’età, questa è stimata intorno ai 18.000 anni.
Si parla di una supernova quando una stella esplode nella fase conclusiva della sua vita. Al momento dell’evento, può diventare miliardi di volte più luminosa del sole, per poi scomparire in maniera graduale alla vista. Al massimo della luminosità raggiungibile, da sola può superare quella dell’intera galassia.
Quando una stella collassa, diventa tanto densa da schiacciare insieme protoni ed elettroni. Ciò forma dei neutroni, che compongono una piccola stella ultra-densa. Ecco cos’è un pulsar, caratterizzato da una rapida rotazione e un’elevata magnetizzazione.
L’esplosione generata scaglia una nube di polvere e gas caldo di enormi dimensioni, dalla forma sferica, approssimativamente parlando. Ciò avviene nello spazio che circonda la stella di neutroni. Quando quest’ultima si scontra poi con il mezzo interstellare esistente, si riscalda al punto tale da generare una luce a raggi X.
Le esplosioni di supernova hanno il merito di arricchire il gas intergalattico di ossigeno, ferro e silicio, che saranno poi incorporati nella generazione di ulteriori stelle e pianeti. Gli scienziati proseguono i loro studi, al fine di comprendere ogni minimo dettaglio. Una delle domande principali riguarda la forma insolita di questo “resto di supernova”. Ci si interroga, inoltre, anche sulla posizione decentrata della nebulosa del vento di pulsar e sulla forma simile a una cometa nell’emissione dei raggi X.