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Scoperto un misterioso gruppo di antiche stelle giganti nella Via Lattea

Antiche stelle giganti scoperte nel cuore della Via Lattea: ecco perchè sono così importanti per la ricerca scientifica

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Antiche stelle giganti nella Via Lattea Fonte foto: 123RF

È il caso di dirlo, lo spazio non smette mai di stupirci e regalarci nuove scoperte. Lo sguardo è ora rivolto a un gruppo di antiche stelle, remote e giganti, ma invisibili alla luce ottica. Molto rosse, ma ben celate da nubi di fumo che loro stesse rigettano all’esterno. Non è era mai avvenuto un avvistamento in precedenza e, considerando questo comportamento alquanto insolito, è rapidamente nato il soprannome di “vecchie fumatrici”.

A caccia di protostelle

Una scoperta che riguarda la nostra galassia. Le “vecchie fumatrici” sono infatti state ammirate nella Via Lattea a conclusione dell’indagine VISTA Variables in the Via lactea (VVV). Ciò ha permesso il monitoraggio di quasi un miliardo di astri in luce infrarossa nel corso di 10 anni. Per tali visualizzazioni si è optato per l’Infrared Survey Telescope, ovvero un telescopio di realizzazione britannica, posto sulle Ande cilene, presso l’Osservatorio Cerro Paranal.

Un progetto che ha visto coinvolti esperti provenienti da Regno Unito, Cile, Brasile, Corea del Sud, Germania e anche Italia. Si è proceduto a isolare centinaia di milioni di stelle variabili. I ricercatori ne hanno poi analizzate 222, considerando come mostrassero cambiamenti di luminosità. Di molte di esse sono stati ottenuti gli spettri individuali, così da comprendere quanta luce venisse emessa o riflessa, a diverse lunghezze d’onda. Tutto ciò per avere un’idea quanto più chiara possibile di cosa si sta osservando.

Lo scopo cardine della missione era quello di trovare stelle appena nate, ovvero delle protostelle. Si tratta di una fase molto interessante da studiare, dal momento che, da giovani, sono soggette a notevoli eruzioni. Ciò avviene nel disco di materia che ruota attorno a esse. Il tutto mentre si stanno ancora formando. Una dinamica che, in potenza, può generare un futuro sistema planetario.

In totale sono state scoperte 32 protostelle. La luminosità è aumentata di almeno 40 volte e, in alcuni casi, di più di 300 volte. È la prima volta che il mondo scientifico ha la chance di analizzare un gran numero di eventi di questo tipo, potendo studiare l’intera evoluzione.

Antiche stelle nella Via Lattea

Al di là di quello che era lo scopo cardine della missione, lo studio ha rivelato anche qualcosa di inaspettato. Un totale di 21 stelle rosse vicino al centro della Via Lattea. Gli scienziati si sono resi conto di cambiamenti ambigui nella loro luminosità, per l’intera durata dell’indagine.

Non erano certi che fossero protostelle sul punto di eruttare. Inizialmente è stato ipotizzato fossero in una condizione di calo di luminosità, a causa di un disco o guscio di polvere dinanzi a esse. Altra ipotesi era quella di star analizzando stelle giganti molto antiche, ormai nella loro fase finale.

Sette di queste sono state sottoposte ad analisi degli spettri. Confrontando i risultati con indagini precedenti, si è concluso che si tratti di un nuovo tipo di stella rossa gigante. È molto anziana, dunque di certo non una protostella come le altre. In silenzio per decenni, fino a emettere deboli sbuffi di fumo, in maniera del tutto inaspettata.

Sono poste nella parte più interna della Via Lattea, nota come nuclear disk. È qui che si trovano le stelle più ricche di elementi pesanti. Al di là dell’osservazione e indagine, però, resta un mistero cosa porti all’emissione di sbuffi di fumo denso. La materia espulsa gioca di certo un ruolo chiave nel ciclo di vita degli elementi. Contribuisce infatti a formare la prossima generazione di stelle e pianeti. Per questo tale aspetto è ora cardine nella ricerca. Riuscire a comprendere tale procedimento cambierebbe ciò che sappiamo sul modo in cui gli elementi sono distribuiti nello spazio