SCIENZA

"Reperti eccezionali": nuova sensazionale scoperta in Italia

Nell'antica città di Stabiae gli archeologi hanno individuato un serbatoio in piombo che forniva l'acqua alle stanze di Villa Arianna

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C’è un luogo nel nostro paese che permette di capire molto bene come vivessero gli antichi Romani, una “finestra” sul passato che si arricchisce di volta in volta di dettagli preziosi come non mai. Si tratta del parco archeologico di Pompei e di tutti gli scavi che quest’ultimo sovrintende. Non c’è solo la città campana a destare sensazione, ma anche le località vicine.

È il caso dell’antica Stabiae in cui è riemerso dal nulla un serbatoio molto particolare. Come accade spesso in queste situazioni, la scoperta archeologica è avvenuta in seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione. Dunque si può definire “casuale” il rinvenimento e per questo motivo ancora più sensazionale perché non previsto.

Un serbatoio riccamente decorato

L’ennesimo reperto di grande valore che permette di approfondire la storia dell’antica Roma è un serbatoio interamente realizzato in piombo e che è stato decorato con motivi davvero eleganti. Si trovava nei pressi di quella che è nota come Villa Arianna. L’edificio in questione risale al secondo secolo prima della nascita di Cristo e deve il suo nome alla grande pittura a soggetto mitologico che si trova sulla parete di fondo. Il serbatoio serviva per gli approvvigionamenti di acqua ed è emerso durante l’abbattimento di alcune barriere architettoniche della villa. La distribuzione idrica era garantita all’epoca proprio da questo sistema, ma ci sono altri dettagli che hanno fatto esultare gli archeologi di tutto il mondo.

In effetti, questo serbatoio che fu costruito nella città oggi identificabile approssimativamente come Castellammare di Stabia, è in perfette condizioni e aiuterà gli storici a capire come nella villa si distribuisse l’acqua. Si sa molto dell’antica Roma, però l’impressione è sempre che se ne vorrebbe sapere di più, dunque la scoperta annunciata dal parco archeologico di Pompei casca a fagiolo. Nell’edificio erano presenti le terme, una scelta molto comune in quel periodo, di conseguenza il serbatoio non poteva che essere fondamentale per garantirne il giusto funzionamento.

Come appariva il serbatoio in origine

Come già sottolineato, il reperto archeologico è caratterizzato da molte decorazioni e questo può voler dire una cosa soltanto: il serbatoio doveva essere in una posizione visibile, anche dai visitatori della villa. È un passo in avanti decisivo nella comprensione della storia di questi luoghi, ma è inevitabile che tanti segreti vadano ancora svelati. Ad esempio, non si è mai capito chi fosse il proprietario di Villa Arianna. L’ipotesi principale è che si trattasse di un senatore romano poi venuto a mancare nella tristemente celebre eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’edificio è stato rinvenuto per la prima volta nel XVIII secolo.

Era la seconda metà del ‘700, quando nella parte ovest della collina di Varano fu individuata per la prima volta Villa Arianna. Il merito fu di un archeologo e ingegnere svizzero, Karl Weber, al quale si devono anche le scoperte del teatro di Ercolano, la villa di Giulia Felice a Pompei e molte altre dimore dell’antica Stabiae. Quest’ultima fu decisamente sfortunata nei suoi ultimi anni di esistenza: prima dell’eruzione, infatti, ci fu un violento terremoto che devastò tantissimi edifici e che richiese lavori di restauro non ancora terminati durante la tragedia del 79 d.C.

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