Roma: è bufera sulle telecamere della metro
L'assessore alla Mobilità di Roma Capitale annuncia un sistema di videosorveglianza con intelligenza artificiale nelle metropolitane e scoppia la polemica: è illegale
Il Garante per la Privacy ha inviato all’Amministrazione di Roma Capitale una richiesta di informazioni “a seguito di alcune notizie secondo cui, in vista del Giubileo, nelle stazioni della metro saranno installate telecamere con riconoscimento facciale e controllo preventivo“.
Con questa richiesta chi aveva avuto dubbi su questa iniziativa di Roma Capitale ha trovato, in pratica, una conferma: molto probabilmente le “telecamere AI” annunciate a Roma saranno illegali.
Telecamere AI nelle metropolitane
Partiamo dalla notizia, o almeno dall’annuncio: il 6 maggio l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè, in audizione alle commissioni congiunte Giubileo e Mobilità, annuncia una gara d’appalto da 70,5 milioni di euro per la vigilanza armata e non armata e per l’installazione di telecamere a riconoscimento facciale e “controllo preventivo“.
In pratica, per come ha spiegato Patanè, questi sistemi di videosorveglianza sono “in grado di verificare azioni ‘scomposte’ all’interno delle metropolitane e delle banchine, e di riconoscere volti che si sono resi protagonisti in passato di atti non conformi e non idonei rispetto alle metro o alle banchine, come furti o cose più gravi che dobbiamo tenere d’occhio“.
Telecamere illegali?
Le parole dell’assessore romano hanno destato scalpore, perché prefigurano l’installazione nelle metro della capitale di un sistema potenzialmente molto invasivo per la privacy di milioni di cittadini e visitatori. Un sistema, tra l’altro, che è molto probabilmente illegale.
A dicembre 2021, con un emendamento inserito nel DL Capienze, il Governo italiano ha vietato l’uso di tecnologie di riconoscimento facciale in luogo pubblico o aperto al pubblico in attesa dell’approvazione di un nuovo regolamento europeo su questa delicatissima materia.
Regolamento europeo effettivamente arrivato a maggio 2023, con l’AI Act, e che vieta il “Riconoscimento biometrico in tempo reale in spazi aperti al pubblico” e i “Sistemi a posteriori di identificazione biometrica, con la sola eccezione di quelli previsti dalla legge per la lotta ai crimini gravi e solo dopo autorizzazione di un giudice“.
Alla luce dell’AI Act, quindi, a giugno 2023 è stata prorogata la moratoria del 2021 portandone il termine fino al 31 dicembre 2025, dando così tempo al Parlamento, o al Governo, di adattare la normativa italiana a quella europea.
Tutto un equivoco?
Il riconoscimento facciale in luogo pubblico e “di massa“, quindi, di fatto oggi in Italia è illegale. Non stupisce affatto, quindi, che dopo l’annuncio di Patanè sia scoppiata la polemica sulle telecamere AI che Roma vorrebbe installare per sorvegliare milioni di persone durante il Giubileo 2025.
Patanè, per spegnere le polemiche, ha lasciato trapelare sulla stampa che le cose starebbero in modo molto differente rispetto a come sono state raccontate. A Key4Biz l’assessore ha dichiarato che si tratta solo di “un enorme equivoco” e che i sistemi che verranno installati nelle metro romane “non fanno assolutamente face recognition“.
Tuttavia lo stesso Patanè, in un video pubblicato da Roma Today il 7 maggio, descrive esattamente un sistema di face recognition oggi illegale.